L’esposizione e il suo evento inaugurale hanno ottenuto un prestigioso valore aggiunto grazie all’inserimento nell'ambito dell'Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, il programma multidisciplinare, plurale e diffuso che animerà l’Italia per promuovere i valori Olimpici attraverso la cultura, il patrimonio e lo sport, in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali che anche la nostra regione ospiterà rispettivamente dal 6 al 22 febbraio e dal 6 al 15 marzo 2026.
A ciò si aggiunge la contestuale partecipazione al progetto Combinazioni_Caratteri sportivi, ideato e curato dall’Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento per coniugare il binomio sport e cultura attraverso molteplici soggetti museali e culturali del territorio.
Lo sci – prima di essere la disciplina regina delle Olimpiadi invernali, lo sport dei grandi idoli del recente passato e delle campionesse di oggi, e dei tantissimi appassionati che ogni inverno popolano le valli alpine – è una tecnologia nata nella preistoria, un oggetto culturale che si è evoluto nel corso dei secoli. Nelle epoche e nei contesti sociali in cui si è sviluppato, ha trovato diverse funzioni e utilizzi: tecnica di caccia, manufatto rituale legato a miti e leggende, principale mezzo di trasporto per i popoli del Nord Europa e delle Alpi, strumento utile all’esplorazione e al viaggio, ma anche svago ricreativo e motore del turismo di massa.
La direttrice dell’Istituto Culturale Ladino e del Museo, Sabrina Rasom, sottolinea la rilevanza del confronto: "Le tavole di Manuel si prestano molto bene a favorire la riflessione sulla strada percorsa e sul futuro della società alpina e della nostra valle, anche in vista degli appuntamenti cruciali che ci attendono tra pochi mesi. Per questo abbiamo pensato di riunire attorno allo stesso tavolo esperti e protagonisti del settore turistico invernale, per instaurare un dialogo aperto in più direzioni".
La mostra, muovendosi tra le tavole originali di Manuel Riz e gli oggetti e i cimeli provenienti dalle collezioni del Museo e da privati, ripercorre la storia sociale dello sci attraverso aneddoti, curiosità e riflessioni sul valore simbolico di questo strumento, che si pone al centro del rapporto millenario fra l’uomo e la montagna.
Lo stile del sagace autore fassano – fresco, vivace e al tempo stesso ricco di dettagli, frutto di passione e anni di ricerca – si intreccia con un’accurata selezione di oggetti etnografici legati alla storia dello sci e più in generale del turismo della Valle di Fassa, territorio che da decenni ha legato inscindibilmente la sua economia al turismo e allo sport dello sci alpino a tutti i livelli.




