“Questo film è una grande soddisfazione per il nostro Istituto, un dono che vogliamo fare alla comunità fassana e alla famiglia di Lis, un grazie particolare va alla figlia Assunta, protagonista di Talis Mater e alla sorella Maria Teresa” – ha aggiunto Sabrina Rasom, direttrice della Majon di Fascegn.
Renato Morelli, regista del primo film, ha ricordato: “Al momento delle riprese, nel 1982, non potevo certo immaginare questi esiti così significativi; del resto era anche impossibile prevedere come quarant’anni dopo il maso di Lis fosse ancora perfettamente integro nonché abitato da Assunta, la figlia di Lis, che a tutt’oggi vive al Vera condividendo fino in fondo le abitudini di sua madre. Una sorpresa inaspettata, esattamente come il film Talis Mater realizzato magistralmente da Marco Rossitti.”
“Con grande convinzione – ha dichiarato Ezio Amistadi, presidente del METS San Michele – “il Museo etnografico trentino San Michele ha sostenuto la realizzazione di questo importante film, che documenta in maniera viva ed efficace temi di grande pregnanza e attualità, narrati con precisione scientifica e competenza artistica. È un bell’esempio di attenzione verso la nostra storia e il nostro territorio, ma anche uno stimolo a riflettere sul suo futuro.”
“La collaborazione con il METS è stata fondamentale per la realizzazione di questo progetto, che unisce ricerca antropologica, linguaggio artistico e valorizzazione della memoria. Talis Mater restituisce attraverso il cinema la voce viva del territorio e della sua gente”, ha sottolineato Tea Dezulian, presidente della Majon di Fascegn.
Marco Rossitti, regista del film, ha spiegato: “Realizzare Talis Mater è stato come tornare in un luogo dell’anima. In Assunta ho ritrovato lo stesso sguardo limpido di sua madre Lis, la stessa forza silenziosa di chi vive in armonia con la montagna. Talis Mater nasce dal desiderio di restituire valore al tempo, alla continuità, alle radici e al silenzio: perché la memoria non è mai un esercizio nostalgico, ma un atto di futuro.”
Di grande impatto la performance dal vivo del compositore Nicola Segatta accompagnato da Francesco Lovecchio all’oboe, che, in chiusura, ha suonato al pianoforte la colonna sonora originale del film da lui composta, amplificando ulteriormente il ricordo e le emozioni risvegliate.
L’opera proseguirà il suo percorso in rassegne e festival dedicati al cinema antropologico e sarà presto nuovamente proiettata in diverse località del Trentino, primo fra tutti al METS di San Michele nell’ambito di “Il gesto visibile. Rassegna internazionale di cinema antropologico” a fine novembre.




