
“Con quest’opera offriamo a residenti e turisti un’infrastruttura sicura, moderna e sostenibile, capace di valorizzare Moena come punto strategico per il cicloturismo e per gli sport invernali – ha spiegato il sindaco Kostner - è un intervento che unisce tutela dell’ambiente, sicurezza idraulica e sviluppo di un turismo green di qualità, riducendo al contempo traffico e emissioni nelle Dolomiti.”
“La nuova ciclopedonale rappresenta un esempio concreto di come il Trentino sappia coniugare sviluppo e tutela del territorio – ha ricordato Felicetti – perché consente di spostare le famiglie che vanno in bicicletta dalla strada, aumentando la sicurezza, incentiva la mobilità sostenibile, valorizza il cicloturismo e al tempo stesso offre un contributo alla sicurezza idrogeologica, potendo fungere da sfogo per il torrente Avisio in caso di piena.”
"Questa nuova ciclabile non è solo un’infrastruttura turistica, ma un ponte verso la nostra identità - ha dichiarato l'assessore regionale alle minoranze linguistiche Luca Guglielmi - permetterà a chi la percorre di scoprire musei, tradizioni e la ricchezza della cultura ladina. Un passo importante per valorizzare la Val di Fassa in chiave sostenibile e culturale.
L’opera si sviluppa interamente in sede propria per una lunghezza di 1.254 metri con due corsie a doppio senso di marcia, collegando la parte sud e la parte nord dell’abitato e innestandosi sul tracciato esistente fino alla zona sportiva. La carreggiata è pavimentata con conglomerato bituminoso (asfalto) tipo E per una larghezza di 3,00 metri, e corre lungo la sponda inizialmente destra e poi sinistra del torrente Avisio. Si tratta di un intervento atteso da tempo, che risolve criticità storiche legate al vecchio percorso promiscuo con la viabilità ordinaria, caratterizzato da pendenze e dislivelli eccessivi e da condizioni di sicurezza non ottimali, in particolare nei periodi di alta stagione turistica. Il nuovo tracciato consente ora di attraversare Moena in sicurezza, integra l’esperienza cicloturistica nel cuore del paese e contribuisce alla promozione di un turismo lento e sostenibile.
Oltre a favorire la mobilità alternativa tra le due estremità dell’abitato, l’opera risponde anche a esigenze di sicurezza idraulica. In prossimità del “Pont de Mur” è stata infatti realizzata una nuova galleria in roccia lunga circa 21 metri, che, oltre a fungere da percorso ciclopedonale, svolge un’importante funzione di sfogo in caso di piena eccezionale del torrente Avisio. La galleria rappresenta un unicum a livello mondiale: è infatti la prima con quattro funzioni “idro-ciclo-sciabile-pedonale”, integrando funzioni idrauliche, ciclopedonale e di pista da fondo. In inverno il tracciato sarà infatti utilizzato anche per la celebre Marcialonga, che potrà così contare su un percorso più agevole e sicuro, senza necessità di allestimenti provvisori e senza guadi.
“La nuova galleria è unica al mondo perché racchiude quattro funzioni in un’unica opera – ha spiegato Sergio Deromedis dirigente di servizio Servizio gestione strade - è pedonale, ciclabile, in inverno sarà parte del tracciato della Marcialonga per lo sci di fondo e, in caso di piena, fungerà da sfogo idraulico. Quando le acque, come purtroppo accaduto in passato a Moena, rischiano di diventare devastanti, la struttura aiuterà a smaltirle più velocemente: l’acqua entrerà a monte e uscirà a valle. In queste circostanze, con il giusto preavviso, il passaggio sarà temporaneamente chiuso a pedoni e ciclisti.”
Tra le principali opere realizzate spicca anche la sostituzione del vecchio ponte in legno lamellare sul torrente Avisio, ormai deteriorato, con una nuova struttura mista in acciaio e calcestruzzo di 24,50 metri di lunghezza e 4 metri di larghezza, capace di garantire solidità e durata nel tempo. L’intervento è stato completato con opere di difesa spondale, come muri di sostegno e scogliere in massi ciclopici, che proteggono il piano ciclabile, il pendio e gli edifici dall’erosione e dalle esondazioni, mitigando l’azione del torrente sul territorio circostante.
Particolare attenzione è stata riservata al contenimento del consumo di nuovo suolo: gran parte del tracciato sfrutta percorsi già esistenti o spazi di bordo sponda che non avrebbero potuto avere altre destinazioni, riducendo così al minimo l’impatto ambientale e garantendo un inserimento armonioso nel paesaggio dolomitico.
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