Domenica, 28 Agosto 2022 - 14:54 Comunicato 2597

I rappresentanti delle associazioni ex combattentistiche uniti ogni oltre confine
Presena, ai piedi del ghiacciaio la festa della Fratellanza

È la festa della Fratellanza ai tempi della guerra in Europa. A 2.700 metri di quota, quello che un tempo fu territorio di confine e troppi giovani soldati persero la vita, ha visto oggi schierati gli uni accanto agli altri i rappresentanti delle associazioni ex combattentistiche di eserciti un tempo contrapposti. Una festa solenne che quest’anno è stata celebrata per il 45esimo anno consecutivo. Nemmeno il Covid l’ha fermata e la sua importanza simbolica è stata messa in luce dal presidente dell’Euregio e della Provincia autonoma di Trento, intervenuto al termine della celebrazione culminata con la deposizione delle corone d’alloro al monumento della Fratellanza. Il presidente ha ricordato come questo luogo straordinariamente bello fu teatro di morte e - allo stesso tempo - di gesti di solidarietà tra nemici. Perché anche chi indossava una divisa e imbracciava un’arma aveva compreso che la guerra rappresenta (allora come oggi) una “pazzia collettiva”, come hanno sottolineato il cappellano militare, padre Giorgio Valentini e il parroco di Vermiglio, don Enrico Pret nel corso della cerimonia. Le istituzioni dell’Euregio - ha rimarcato il presidente - sono un esempio di convivenza, aldilà delle differenze e rappresentano un unicum oltre che un esempio a livello internazionale. Per questo è fondamentale proseguire il cammino tracciato lungo il sentiero della collaborazione, con accordi che guardano al benessere e al futuro di pace tra le comunità locali. Ora che la guerra è entrata nei confini d’Europa l’auspicio è che il lavoro diplomatico unito alla preghiera possano portare alla pace.
Ai piedi del ghiacciaio Presena la celebrazione della festa della Fratellanza con i rappresentanti delle associazioni ex combattentistiche (la Santa Messa officiata dal parroco di Vermiglio, don Enrico Pret) [ Archivio Ufficio Stampa]

L’iniziativa ai piedi del ghiacciaio Presena nacque nel 1977 dall’intuizione di Emilio Serra e di Kurt Steiner, con l’obiettivo di ricordare colori che persero la vita tra le vette delle Dolomiti e per riflettere sul valore dell’amicizia. Un valore che supera i confini e le bandiere. Lo scopo - ribadito dall’organizzatore Achille Serra, che ha raccolto il testimone dal padre - è quello di riunire i nemici di un tempo: italiani e austriaci. “La violenza porta solo violenza, mentre il dialogo e la comprensione delle differenze possono favorire la pace. Per questo è necessario l’impegno di ogni cittadino” ha osservato Serra. E la folta presenza di persone provenienti da tutto il Trentino, dall’Alto Adige/Suedtirol, dalla Lombardia e dall’Austria è stata una importante testimonianza dell’autentica volontà di pace che arriva dal basso.
Al termine dell’ammassamento a valle della funivia per il ghiacciaio Presena, la sfilata aperta dalla banda di Ossana-Vermiglio ha raggiunto il monumento della Fratellanza. Qui si sono stretti quasi in un abbraccio alpini, bersaglieri, Landesschützen, Kaiserschützen, Kaiserjäger e Standschützen, oltre ai Corpi della Protezione civile del Trentino e i rappresentanti delle Forze armate con Carabinieri e Guardia di Finanza. Al termine della celebrazione, i saluti delle autorità locali e nazionali, oltre che del presidente della Croce Nera austriaca, che ha parlato della cerimonia di sepoltura che presto sarà celebrata per commemorare i 12 soldati austroungarici recuperati recentemente al Passo del Tonale.

(a.bg)


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