Martedì, 27 Maggio 2025 - 09:12 Comunicato 1437

L’artista fassano Claus Soraperra de la Zoch ha promosso l’incontro tra ladini e sloveni nel nome di un’identità linguistico-identitaria che va oltre i confini
Nell’arte ladina lo strumento per aprirsi a sfide e confronti identitari

Nei giorni scorsi a Špietar/San Pietro al Natisone, in provincia di Udine, si è tenuto un evento artistico e identitario nato da una collaborazione tra la Majon di Fascegn e lo Slovensko multimedialno okno - SMO: l’artista fassano Claus Soraperra ha portato la sua performance UTERES – presentata per la prima volta al Museo Ladino a San Giovanni di Fassa lo scorso settembre – in terra slovena, presidio di una storia linguistica e identitaria che ha seguito un percorso simile a quello dei ladini, benché per ognuno originale e sofferto su piani diversi, segnato dal passaggio dei due popoli dall’Impero Austro-Ungarico all’Italia dopo la Grande Guerra e, più tardi, dal fascismo.
UTERES è nato dall’esigenza di condividere e riflettere insieme sui temi dell’identità e delle relazioni che si instaurano tra le lingue e le persone. Con l’esposizione del ciclo pittorico UTERES e la performance “Mi smo zemlja_Nos sion tera_Noi siamo terra_We are earth”, l’artista ladino ha voluto far risaltare i contenuti umani legati alla storia dei popoli e a quella delle migrazioni, elementi fondamentali nella formazione dell’identità e del senso di alterità, da intendersi come spinta all’incontro oltre confini e frontiere; confini ben conosciuti, sofferti e percepiti anche dalle comunità ladina e slovena.
locandina evento UTERES-SMO [ Istituto Culturale Ladino "majon di fascegn"]

“L’atto artistico vuole mostrare la creatività umana come movimento urgente, propositivo ed essenziale dell’uomo. Una terra senza artisti diventa una terra priva di stimoli, denuncia e occasioni di cambiamento”, ha dichiarato Soraperra, suscitando domande ed emozioni nel pubblico, tra cui erano presenti anche la presidente dell’Istituto Ladino Tea Dezulian e la direttrice Sabrina Rasom. Dezulian ha espresso con entusiasmo l’intenzione di proseguire questa collaborazione tra ladini e sloveni, “che rappresenta un valore aggiunto per mantenere unite comunità linguistiche che non devono sentirsi minoranze, ma anime di una società ricca di culture e lingue diverse.” La direttrice Rasom ha ringraziato l’artista per essere stato promotore e fautore dell’iniziativa, ricordando che “la Majon di Fascegn vuole trasmettere il messaggio che il ladino e la sua identità si nutrono della forza della sua gente, una forza che si alimenta anche dal sostegno delle istituzioni pubbliche. Il potenziale culturale e linguistico ladino è forte e vivo: si tratta solo di valorizzarlo.”

UTERES ha proposto una mostra di opere pittoriche d’arte contemporanea – realizzate anche con cenere, caffè e catrame – di Claus Soraperra, una performance e un dibattito per animare il confronto con il pubblico. L’artista, accompagnato dall’amico Zoran Lupinc al pianoforte e da Loreta Florian come attrice, ha voluto stupire con suggestioni forti e sorprendenti. Subito dopo la performance, si è svolto un talk, moderato dalla giovane Helena Lupinc, studiosa di minoranze e multilinguismo con grande esperienza nel campo diversità etnica e dei diritti umani.

La mostra UTERES resterà esposta alla Beneška galerija fino al 15 giugno 2025.

(S.Ra.)


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