
“L’atto artistico vuole mostrare la creatività umana come movimento urgente, propositivo ed essenziale dell’uomo. Una terra senza artisti diventa una terra priva di stimoli, denuncia e occasioni di cambiamento”, ha dichiarato Soraperra, suscitando domande ed emozioni nel pubblico, tra cui erano presenti anche la presidente dell’Istituto Ladino Tea Dezulian e la direttrice Sabrina Rasom. Dezulian ha espresso con entusiasmo l’intenzione di proseguire questa collaborazione tra ladini e sloveni, “che rappresenta un valore aggiunto per mantenere unite comunità linguistiche che non devono sentirsi minoranze, ma anime di una società ricca di culture e lingue diverse.” La direttrice Rasom ha ringraziato l’artista per essere stato promotore e fautore dell’iniziativa, ricordando che “la Majon di Fascegn vuole trasmettere il messaggio che il ladino e la sua identità si nutrono della forza della sua gente, una forza che si alimenta anche dal sostegno delle istituzioni pubbliche. Il potenziale culturale e linguistico ladino è forte e vivo: si tratta solo di valorizzarlo.”
UTERES ha proposto una mostra di opere pittoriche d’arte contemporanea – realizzate anche con cenere, caffè e catrame – di Claus Soraperra, una performance e un dibattito per animare il confronto con il pubblico. L’artista, accompagnato dall’amico Zoran Lupinc al pianoforte e da Loreta Florian come attrice, ha voluto stupire con suggestioni forti e sorprendenti. Subito dopo la performance, si è svolto un talk, moderato dalla giovane Helena Lupinc, studiosa di minoranze e multilinguismo con grande esperienza nel campo diversità etnica e dei diritti umani.
La mostra UTERES resterà esposta alla Beneška galerija fino al 15 giugno 2025.