
Nel corso del dibattito Anna Simonati ha ricordato come le donne hanno spesso gestito loro "le economie di montagna" e, in questo senso, sono "vulnerabili ma non deboli", possono ancora svolgere un ruolo "di forza e di resistenza" e sono "artefici della resilienza".
Concetto rafforzato da Michela Zucca che ha evidenziato come lo "spopolamento della montagna sia una questione di genere", ovvero dovuto in larga parte alle donne come risposta alla società patriarcale. Infine Anna Maria Trenti Kaufman ha spiegato che mòcheni, ladini e cimbri sono collocati in un'area di montagna e, seppur con caratteristiche e storie diverse, sono stati tutti interessati da emigrazione: "In questa organizzazione sociale erano le donne ad occuparsi dell’economia di montagna, dell’educazione dei figli e del governo della famiglia. La donna ha rappresentato il genitore unico per lunghi periodi dell’anno, era lei che educava i figli e trasferiva le tradizione e la lingua ai propri figli".
Drammatico infine il quadro rappresentato dal giornalista Alidad Shiri che, partendo dal suo difficile viaggio dall'Afghanistan verso l'Italia, ha ricordato i progressi fatti dalle donne dopo il 2000, con la possibilità di studiare e lavorare, la loro presenza in parlamento e nelle forze dell'ordine, quando prima "non avevano nemmeno un nome ed erano solo 'la moglie di', 'la figlia di', 'la mamma di'. E poi la situazione odierna con le donne che "non possono più uscire, lavorare, studiare", la profonda crisi del paese, la povertà fortissima che investe soprattutto le donne costrette a scelte disperate.
L’incontro è stato trasmesso anche in diretta televisiva sul canale 642 di TML-Tele Minoranze Linguistiche e viene riproposto in replica nelle giornate a seguire.