“Insegnare e apprendere lingue di minoranza”, il corso IALM si è chiuso a Luserna
Lunedì, 09 Settembre 2024 - 12:57 Comunicato
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“Insegnare e apprendere lingue di minoranza”, il corso IALM si è chiuso a Luserna
Si è conclusa all'Istituto Cimbro Kulturinstitut Lusérn, con una tre giorni di intense attività laboratoriali a cui hanno partecipato una trentina di studenti e uditori provenienti anche da fuori regione, la seconda edizione del corso di formazione avanzata di IALM “Insegnare e apprendere lingue di minoranza”, dedicato all'apprendimento di competenze linguistiche, didattiche e culturali per l'insegnamento delle lingue e culture germanofone di origine bavarese in Italia.
Il corso, organizzato dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento, con il sostegno del Servizio Minoranze linguistiche e relazioni esterne della Provincia, ha posto particolare attenzione allo studio di cimbro, mòcheno, sappadino, saurano, timavese e tedesco della Val Canale (Friuli-Venezia Giulia).
Tra le discipline approfondite, linguistica delle minoranze e del contatto, acquisizione plurilingue, glottodidattica delle lingue minoritarie, diritto italiano e comunitario delle comunità di minoranza, antropologia alpina e patrimonio culturale immateriale, storia e storiografia dei confini linguistici.
Il percorso formativo, che si è svolto in parte in presenza e in parte online ed è stato coordinato dai docenti di germanistica dell'Università di Trento Ermenegildo Bidese e Federica Ricci Garotti, ha visto la sua conclusione a Luserna con una lezione su "Diritti, lingue minoritarie e diversità linguistica" tenuta dal docente di diritto pubblico comparato dell'Università di Trento e delegato del rettore alle Iniziative in materia di minoranze linguistiche Jens Woelk.
Un momento del laboratorio sul cimbro che si è svolto a Luserna. A sinistra del tavolo Ermenigildo Bidese di Unitn, al centro Andrea Nicolussi Golo dello Sportello linguistico - Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri [
Archivio Ufficio Stampa PAT]
Da diversi anni la Provincia autonoma di Trento sostiene i progetti di alta formazione, rivolti in particolare a docenti e aspiranti tali, che avranno il compito di trasmettere competenze linguistiche e culturali alle nuove generazioni nei territori di insediamento del cimbro, del ladino e del mòcheno ma anche a nuovi parlanti che abbiano desiderio di avvicinarsi a queste comunità. Cimbro e mòcheno, come anche il ladino, infatti, appartengono a un gruppo di lingue che l’UNESCO definisce “in pericolo” (“Languages in danger”) in base a dei parametri di riferimento quali il numero dei parlanti e i contesti in cui vengono ancora utilizzate. Vengono comunemente definite “minoritarie”, per un rapporto di valore numerico rispetto alla lingua maggiormente diffusa in un Paese o in una regione, ma di ‘minore’ queste lingue non hanno nulla: possiedono una loro storia, una specifica struttura linguistica e dietro a ciascuna di esse si cela un vero e proprio mondo fatto di cultura, tradizioni e senso di appartenenza, come accade per qualsiasi altra lingua maggiormente diffusa. Non va poi dimenticato che per il Trentino le lingue di minoranza rappresentano una delle ragioni fondanti dell’Autonomia speciale e questo è un ulteriore motivo per considerarle un prezioso e imprescindibile patrimonio immateriale da custodire e valorizzare.
Fotoservizio e immagini a cura dell'Ufficio Stampa