
Il piano di lavoro di AG 3 è ambizioso in quanto mira a integrare le peculiarità montane nei sistemi educativi delle regioni alpine, per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro locale e si propone di supportare i giovani nella conoscenza delle opportunità lavorative locali, favorendo la loro permanenza nelle zone di montagna.
In tale contesto, gli esperti si sono focalizzati su tre priorità, dettagliando le attività per perseguirle: l’acquisizione consapevole di competenze trasversali nel corso di esperienze formative in azienda, la costruzione di una rete alpina di enti di formazione professionale e l’avvicinamento dei giovani alle opportunità lavorative in montagna. Il Gruppo ha ribadito la necessità di coinvolgere i giovani nelle proprie attività, promuovendo innanzitutto una collaborazione sempre maggiore con i rappresentanti del Consiglio dei Giovani di EUSALP.
La partecipazione di AG 3 alla Digital Alps Conference 2023 è stata assicurata dalla partecipazione del rappresentante di Trentino Sviluppo, che ha introdotto la sessione “lavoro da remoto e competenze digitali per le aree montane”. In questo contesto si sono evidenziate le sinergie tra i due Gruppi, sottolineando l’importanza di rafforzare le competenze trasversali e digitali, sia nei contesti educativi e pratici offerti dalla formazione duale, sia in ambito lavorativo, attraverso la formazione continua dei lavoratori. Sono state presentate cinque iniziative nell’arco alpino volte a favorire l’introduzione di servizi digitali nella pubblica amministrazione, nella formazione e a supporto del lavoro a distanza.
Una riflessione politica è stata fatta sui cambiamenti che i servizi digitali stanno portando nelle regioni periferiche ed alpine: in termini di un’offerta turistica diversificata, servizi pubblici che non richiedono lo spostamento delle persone, servizi di telemedicina, opportunità di lavoro da remoto, modalità diverse di formazione nelle scuole e per i lavoratori. Queste trasformazioni stanno riducendo gli spostamenti delle persone e, più in generale, lo spopolamento, invertendo la tendenza a trasferirsi in zone urbane per esigenze lavorative e di formazione dei figli, come dimostrato dall’incremento della popolazione nelle aree di montagna durante tutto l’anno. Questa tendenza può essere rafforzata ulteriormente attraverso la collaborazione con territori cittadini anche non alpini, per favorire forme di sviluppo ibride e la creazione di alleanze di natura culturale, economica e formativa che rispondano alle esigenze dei territori alpini.