Di dimensione 3 metri per due e mezzo, il box - spiega Stefano Macuglia, della stazione forestale di Predazzo - contiene tutto il necessario per dare adeguato riparo in alta montagna: “Il modulo consente al pastore di pernottare in quota. La presenza dell’uomo, unita alle reti elettrificate con elettropascolo e all’azione dei cani maremmani (questo pastore ne possiede due), rappresenta un metodo efficace di dissuasione vista la presenza, nella zona interessata, di un branco di lupi”. Quattro-cinque gli esemplari adulti che formano il gruppo, che registra di recente una probabile cucciolata.
Il posizionamento del modulo abitativo di tipo “box” - una delle soluzioni disponibili, recentemente affiancata dai ricoveri fissi in legno - rientra nell’ambito del sistema organico di misure attive e passive promosse dal Servizio Foreste e dal Servizio Faunistico della Provincia per la prevenzione dei danni provocati da orsi e lupi. L’obiettivo di fondo è garantire una convivenza il più possibile pacifica tra la zootecnica e le altre attività fondamentali per l’economia di montagna del Trentino.
Sono una quindicina i box che ogni anno vengono trasportati in quota con questa funzione da parte dell’Amministrazione provinciale. L’obiettivo nel medio-lungo termine è la loro progressiva sostituzione con piccoli ripari fissi in legno, ancora più confortevoli e funzionali oltre che meglio inseriti nel paesaggio alpino.
A passo Fedaia il pastore Roca, che custodisce un gregge di circa 800 pecore, è soddisfatto per l’installazione. “Lassù - dice indicando il pascolo - il ricovero serve. Dormire vicino alle pecore permette di esserci e di poter uscire con la torcia e farsi sentire nel caso il lupo si avvicini. Attacchi seri non ne ho mai subiti, ma sono convinto che tutti questi strumenti permettano di proteggere meglio gli animali”.
Riprese, interviste e immagini a cura dell’Ufficio stampa