Un messaggio ribadito nell’evento che ha visto presenti l’assessore allo sport Roberto Failoni, i colleghi di Giunta Stefania Segnana e Mirko Bisesti, il presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder, la presidente del Coni Trento Paola Mora, il rappresentante del Trentino nella Fondazione Milano-Cortina 2026 e coordinatore del comitato provinciale olimpico Tito Giovannini. Ma alla cerimonia moderata dal capoufficio stampa della Provincia Giampaolo Pedrotti hanno partecipato anche i compagni di squadra dell’Italcurling, anche loro trentini, Mattia Giovanella e Sebastiano Arman, la sorella di Amos Giada, nona ai mondiali junior della disciplina, i gruppi sportivi di fiamme gialle, fiamme oro e aeronautica, i sindaci di Baselga di Pinè e Cembra, una folta presenza di autorità civili e militari, oltre all’amministratore delegato di Trentino marketing Maurizio Rossini.
“L’emozione è fortissima, in questo momento condiviso che testimonia l’orgoglio del Trentino - così Failoni -. Siamo una provincia piccola, fatta di grandi sportivi. E per i più piccoli c’è l’insegnamento di quanto è importante saper perdere per poi rialzarsi e andare a vincere”. “Le vostre medaglie - ha aggiunto rivolto ai due giovani campioni - hanno l’età perfetta per il 2026, è l’augurio che vi faccio”.
E proprio “l’allenamento” già iniziato per il Trentino per prepararsi al meglio in vista delle Olimpiadi 2026 è stato più volte sottolineato durante la cerimonia, così come il binomio tra sport e territorio che si vedrà confermato anche con la prossima edizione del Festival dello sport (il primo marzo la presentazione del programma).
“Fin dai tempi antichi - ha detto la presidente del Coni Trento Paola Mora - si attende l’arrivo degli atleti olimpici. Oggi questo privilegio tocca a noi, tocca a Trento, con tre medaglie e tanti ragazzi e ragazze pronti per continuare a darci grandi soddisfazione nello sport. La vittoria di Amos e Pietro nasce dalla volontà di due comunità, piccolissime, che partendo dagli anni ’50 hanno creduto in uno sport e si sono unite in questo sogno, portando Cembra e Piné sul tetto del mondo. È un augurio per un futuro ancora più luminoso per lo sport trentino”.
Eccola dunque la voce di Amos Mosaner e Pietro Sighel. “A me lo sport piace tutto - ha detto il primo -, non c’è una disciplina che non apprezzo. Ad un certo punto però, crescendo, ho dovuto scegliere. Nel 2017, grazie all’Aeronautica militare, sono riuscito ad entrare in questo gruppo sportivo, che ringrazio. Il curling è il mio lavoro, la mia passione che mi sta regalando risultati importanti. Questa medaglia dovremo difenderla. Ora inizieremo un nuovo ciclo olimpico, lavorando sodo anno per anno e preparando il grande evento del 2026”.
Pietro, figlio d’arte e atleta professionista nel team delle Fiamme gialle, ha parlato del lavoro degli ultimi due anni e poi dei successi di Pechino. L’argento e il bronzo “che vale quanto un oro, una medaglia ricercatissima e sofferta ottenuta dalla squadra italiana maschile. Riportare il podio in Italia - ha aggiunto - è stato molto soddisfacente, sono fiero di aver contribuito ad un risultato veramente di gruppo. Per il presente e futuro, sono convinto che sia determinante continuare ad essere ambiziosi, cercando di migliorarsi per puntare sempre a nuovi risultati”.