Lunedì, 09 Settembre 2024 - 15:28 Comunicato 2314

L’artista fassano Claus Soraperra de la Zoch sceglie il Museo Ladino di Fassa per presentare la sua performance artistica di denuncia del deterioramento dei valori identitari
Al Museo Ladino di Fassa l’arte si fa denuncia

Un titolo curioso per un’esibizione straordinaria: “UTERE. La cèrn la no bruja anter i lenzei - La carne non brucia tra le lenzuola - Meat doesn't burn between the sheets”. L’artista fassano Claus Soraperra de la Zoch sceglie il Museo Ladino di Fassa per presentare la sua performance artistica sovversiva di denuncia del deterioramento dei valori identitari, venerdì 13 settembre alle 17.00, presso il Museo Ladino di Fassa, a San Giovanni di Fassa-Sèn Jan. Soraperra occuperà uno spazio pubblico, quello del Museo, trasformandolo in un presidio d’arte, per lanciare l'allarme sull'urgente bisogno di presenza culturale e ricerca creativa, in contraddizione con una cultura massimizzata, usata e abusata, che oggi sembra essere ridotta allo spettacolo, al turismo consumistico e alle informazioni cognitive e social.
Attraverso un’azione di narrazione la performance proposta dall’artista con l’aiuto di alcuni giovani talenti ladini, vuole rapire l’attenzione dello spettatore, fornendo degli stimoli che in apparenza potranno apparire teatrali e istrionici e che faranno discutere.
Subito dopo, alle 17.30, a moderare il confronto pubblico e ad accompagnare i visitatori nell’interpretazione dell’azione sarà Gabriele Lorenzoni, curatore museale e responsabile della Galleria Civica di Trento.

Il titolo della performance, UTERE, è frutto di un gioco linguistico significativo fra ladino e italiano, rispettivamente utère ('altare' in ladino) o utero (dal latino uterum), in ladino mère (madre). Sacro e profano insieme, in un evento che Claus Soraperra dichiara di voler presentare come “L’occupazione di uno spazio pubblico e la trasformazione di esso in un luogo del sacro per denunciare il deterioramento, diffuso e periferico, dei valori fondanti dell’umanità, attraverso l’adozione ormai totale di valori tipici del consumismo e della globalizzazione”. “Voglio presentare - continua l’artista - il tema del corpo e dell’invenzione dell’icona come visibile dell’invisibile, della fisicità e della sua manipolazione, che risulta essere il principio della negazione della materia a favore dell’evocazione del trascendente attraverso il sacro”. Il Museo Ladino è individuato da Claus come luogo dell’identità, della realtà del territorio che lo ha accompagnato idealmente nello sviluppo del suo percorso artistico. Per Sabrina Rasom, direttrice dell’Istituto Culturale Ladino e del Museo Ladino di Fassa: “L’istituzione è chiamata ad accogliere e cullare la creatività e a fornire agli artisti ladini la possibilità di esprimersi e di esprimere la loro arte. Perché l’arte è la voce della comunità ammutolita, poco attenta, che com’è normale forse nemmeno si pone delle domande, così affaccendata nel raggiungimento di altri obiettivi, o che dà semplicemente per scontate la propria identità e la propria realtà, nella fattispecie quella ladina”.

A corollario della performance il catalogo di UTERE verrà presentato come accompagnamento dello spettatore nell’approfondimento del tema: con una contestualizzazione dell’arte moderna di Soraperra nel panorama artistico-filosofico internazionale, grazie al saggio in esso contenuto del critico d’arte Ernesto L. Francalanci, conoscitore attento del percorso artistico di Soraperra; e con una contestualizzazione dell’evento e delle opere nella realtà ladina fassana della direttrice Rasom. 
Un’occasione dunque, quella di UTERE, per i ladini e per gli amanti dell’arte di recarsi al Museo Ladino per immergersi nella cultura e nell’identità di un popolo di minoranza etnico-linguistica che, attraverso l’arte di Claus Soraperra de la Zoch, si confronta con i temi attuali e universali dell’alienazione socio-economica e del conformismo.

Claus Soraperra vive la sua dimensione artistica come riferimento biologico e impegno umano. Da sempre è impegnato nella diffusione della cultura e dell’arte come strumenti necessari per la sopravvivenza della specie umana.

(S.Ra.)


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