
I laboratorispaziano dalla simulazione di scavo alla conoscenza dei principali aspetti del metodo di studio archeologico basato sulla raccolta, analisi e interpretazione dei reperti. Alcune attività sono incentrate sulla sperimentazione delle tecnologie in uso nell’antichità come la lavorazione dell’argilla, la tecnica dell’affresco, la fusione dei metalli, la tessitura con l’uso del telaio, la tintura della lana con elementi naturali. I percorsi cronologici affrontano aspetti e tematiche legati alle comunità che hanno frequentato i più importanti siti archeologici del Trentino dal paleolitico all’epoca altomedievale.
Al Museo Retico, attraverso percorsi tematici e di ricerca-azione, si apprendono gli aspetti principali dell’archeologia della val di Non dalle epoche più antiche. L’esperienza si arricchisce di laboratori che permettono di approfondire diverse tematiche legate alla cultura retica con l’osservazione e l’analisi di fonti iconografiche e materiali in ceramica, bronzo e ferro esposti nel percorso museale. A queste proposte si aggiungono tre nuovi percorsi organizzati a Cles presso Palazzo Assessorile nell’ambito della mostra "RETI. Tesori archeologici del Ferdinandeum dalla Valle dell’Inn alla Val di Non", visitabilefino al 12 ottobre. Sempre a Cles, nell’area archeologica dei Campi Neri è possibile visitare un tratto di una “via sacra” appartenente ad un eccezionale luogo di culto frequentato dalle comunità della valle per scopi religiosi a partire dalla metà del III millennio a.C. fino alla tarda età romana.
Particolare attenzione al mondo romano viene rivoltanei percorsi che sisvolgono a Trento presso lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, il luogo simbolo dell’antica Tridentum, l’area archeologica di Palazzo Lodron nell’omonima piazza e la Villa di Orfeo. In occasione della mostra “I colori di Tridentum. Decorazione e arredo nella Trento romana”, da dicembre 2025 a novembre 2026,sono stati progettati alcuni percorsi per conoscere i colori che abbellivano gli spazi privati e pubblici della città di età romana.
Il Parco Archeo Natura e il Museo delle Palafitte di Fiavé offrono l’emozione di un viaggio nel tempo, avvicinandosi alla quotidianità delle comunità palafitticole che oltre 3500 anni fa occuparono le rive dell’antico lago Carera. Attraverso percorsi immersivi e laboratori esperienziali è possibile sperimentare in prima persona alcune attività attestate nei siti preistorici di Fiavé-Carera: dalla coltivazione e molitura di cereali e piante alla produzione di latticini, dall’allevamento del bestiame alla lavorazione del legno per molteplici utilizzi, dall’uso delle fibre tessili alla produzione domestica del vasellame ceramico. Un’esperienza unica per apprendere in modo semplice e coinvolgente l’affascinante storia delle palafitte.
Le attività presso l’area archeologica di Acqua Fredda, situata al Passo del Redebus tra la Valle dei Mòcheni e l’altopiano di Piné, sono dedicate alla lavorazione dei minerali e alla fusione dei metalli nell’antichità. Le aree archeologiche di Montesei di Serso a Pergine Valsugana e di Dos Ciastèl a Fai della Paganella permettono di conoscere da vicino le tipiche abitazioni realizzate dalla popolazione retica nella Seconda età del Ferro.
Oltre ai percorsi e alle attività, i Servizi Educativi mettono a disposizione di alunni, insegnanti e famiglie numerosi materiali e contenuti in formato digitale scaricabili liberamente dal portale Trentino Cultura al link: https://www.cultura.trentino.it/Approfondimenti/A-scuola-con-l-archeologia-2025-2026
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