Sabato, 24 Maggio 2025 - 18:40 Comunicato 1378

Un confronto tra etica, economia e comunicazione per ridefinire il valore della sostenibilità

Si parla di sostenibilità all'interno della ventesima edizione del Festival dell'Economia di Trento, con un dialogo interdisciplinare tra autorevoli voci del mondo accademico, finanziario, ecclesiastico e imprenditoriale, che hanno esaminato il tema partire da categorie non convenzionali, quelle di virtù e peccato, per riscoprirne tutta la complessità e ricchezza.
La sostenibilità da virtù a peccato Nella foto: Giancarlo Attolini, Silvia Angeloni, Dario Edoardo Viganò, Anna Roscio, Stefano Biolchini e pubblico di spalle [ Alessandro Holneider - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Ad aprire le riflessioni sull'incontro dal titolo "La sostenibilità da virtù a peccato" monsignor Dario Edoardo Viganò, vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e Scienze Sociali, che ha ripercorso l’origine del concetto di sostenibilità, come idea secondo la quale nessuno deve essere sprovvisto del necessario per vivere. "Per rendere concreto ed attuale questo principio- sostiene -  è necessario uno sviluppo umano integrale, la consapevolezza di una profonda interconnessione tra sopravvivenza del genere umano, non possibile senza la cura della sopravvivenza della Terra. La sostenibilità, per usare le categorie del titolo dell'evento, non è in assoluto vizio o virtù, ma si colloca in una zona grigia, che chiama tutti alla vigilanza”.

Giancarlo Attolini, socio fondatore di Attolini Spaggiari Zuliani & Associati Studio Legale e Tributario, ha parlato della necessità che la politica attui interventi normativi sulla base di dati e valutazioni d’impatto. Sottolinea, inoltre, il vantaggio per le aziende che operano secondo criteri di sostenibilità in termini di profitto, grazie all'impulso dato dalla necessità di ripensare processi produttivi.

Anna Roscio, Executive Director Sales e Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo, sottolinea la presenza di un tessuto capace di recepire i valori e i principi della sostenibilità, sui quali è necessario investire in termini culturali e sociali. "Una sostenibilità, afferma -  che diventi etica aziendale e parte integrate e sostanziale del processo produttivo".

Silvia Angeloni dell'Università degli Studi di Milano ha messo in luce una sorta di sostenibilità di superficie, “cosmetica”, come lei stessa la definisce, accattivante nella forma che sfrutta l’asimmetria informativa con i cittadini per nascondere le profonde disuguaglianze ancora presenti. "È necessario trasmettere ai giovani uno spirito critico per affrontare le sfide economiche, sociali ed ambientali del futuro. La sostenibilità – conclude - deve essere un valore corale, con una responsabilità collettiva”.

 

 

(lc)


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