Domenica, 09 Ottobre 2022 - 16:21 Comunicato 3149

Trentodoc Festival, la danza è magia

Inizia sulla luna l’incontro con Luciana Savignano, ballerina italiana di altissimo livello: la prima delle sparkling stories di oggi, infatti, prende il via con un video di repertorio, dove la ballerina interpreta una delle sue grandi opere, appunto il balletto “La Luna”. “Un pezzo che mi rappresenta – ha raccontato al folto pubblico accorso per ascoltare la sua visione della vita – e che mi ha permesso di capire chi sono veramente”.
Un turbinio di emozioni, le risposte di Luciana Savignano al suo intervistatore Alessandro Cannavò, giornalista del Corriere della Sera: in pochi minuti raccontano la sua vita attraverso immagini e parole. Una vita dedicata alla danza: “da piccola, ricordo, salivo sul tavolo di casa e danzavo. La danza, però, non è mai stata davanti agli affetti”, ci tiene a sottolineare l’Ètoile del Teatro alla Scala di Milano e del Ballet du XXe siècle di Maurice Béjart.
SPARKLING STORIES La danza è magia Nella foto: Luciana SAVIGNANO Trentodoc Festival Palazzo Geremia Trento, 9 ottobre 2022 [ Alessio COSER Archivio Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento]

Applaudita dalla critica internazionale, Luciana Savignano si è formata presso la Scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano, dove viene ammessa nel 1953. Dopo il diploma, avvenuto nel 1961, considerata un elemento promettente del corpo di ballo, nel 1963 viene inviata al Teatro Bol'šoj di Mosca, per frequentare un corso di perfezionamento; al rientro entra a far parte del corpo di ballo della Scala. La sua prima importante affermazione si ha nel 1968, quando Mario Pistoni la sceglie come protagonista del suo balletto “Il mandarino meraviglioso”. L’appuntamento di Trento continua con il racconto di aneddoti ricchi di passione, malinconia, mistero, ripercorrendo la vita sino ad oggi  della ballerina. Che certo non si ferma: dal 26 al 30 ottobre a Milano sarà protagonista dello spettacolo “Tango”. Altrettanto certo è che sarà lei a decidere quando farlo e metaforicamente spiega “scenderò dal tavolo della mia infanzia con le mie gambe, sarà compito mio capire quando lasciare. Augurandoci che succeda il più tardi possibile, non ci resta che continuare ad emozionarci.

(us)


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