I Comuni che attualmente ricevono finanziamenti sul “Fondo specifici servizi comunali” sono Trento (compresa la Funivia Trento-Sardagna); Rovereto (capofila del servizio Piano Area), con il riconoscimento dei chilometri di servizio in più che derivano dall’intesa tra Comune e Provincia sottoscritta nel 2016; Lavis (sia per la linea intracomunale, che per quota parte della linea 17); Arco (capofila del servizio dell’Alto Garda); Pergine; Albiano; Mezzocorona (per il servizio funiviario Monte-Mezzocorona). Inoltre, nel riparto per l’anno 2019 rientrano servizi sperimentali, attivati nell'ambito della Comunità della Valle di Cembra, Comune di Predaia, di Ville d'Anaunia, Vallelaghi e Cles.
Il provvedimento conferma il livello di erogazione dei servizi di linea urbana. Il contributo provinciale è necessario per coprire la differenza tra costi e ricavi. Nel caso del Comune di Trento, ad esempio, le tariffe che annualmente versano gli utenti ammontano a circa 5 milioni di euro, a fronte di un costo per il servizio urbano di quasi 22 milioni di euro. In altre parole, i ricavi coprono poco più del 20% della spesa. Nel restante servizio di trasporto pubblico locale provinciale, svolto da Trentino Trasporti, la percentuale dei ricavi in rapporto alla spesa è ancora inferiore, ed ammonta a circa il 12%. I ricavi complessivi (bus, corriere e treni) raggiungono complessivamente i 24 milioni di euro.
Per questo servizio sono già state assegnate risorse a titolo di anticipazioni, con il provvedimento approvato oggi vengono prenotati i fondi necessari a raggiungere la cifra complessiva di circa 22,3 milioni di euro.
Per il 2019 il finanziamento è di circa 22,3 milioni di euro
Trasporti, linee urbane: stabiliti i criteri di riparto delle risorse
Circa 22,3 milioni di euro: a tanto ammonta il finanziamento per il trasporto pubblico urbano di cui la Giunta provinciale, su proposta del presidente Maurizio Fugatti, ha - nell’ambito del "Fondo specifici servizi comunali" previsto dal protocollo d’intesa in materia di Finanza locale - approvato il riparto. Le risorse sono state ripartite tra i Comuni, individuati come gestori di servizi urbani, sulla base dei servizi minimi finanziabili in ragione del numero di chilometri, della percentuale derivante dal rapporto fra i costi e i ricavi, del costo per chilometro. La spesa residua che resta in carico ai Comuni per gestire il servizio è complessivamente di circa 500.000 euro.