"Finalmente si comincia - ha detto Rossi al termine dei colloqui di oggi - . Il nostro ottimismo è per ora moderato, perché siamo abituati alla concretezza. Però dalla giornata odierna emerge senz'altro un dato positivo. Abbiamo sentito il ministro Delrio concordare con noi sul fatto che l'accordo debba essere globale, debba essere cioè un accordo che si occupa di riempire di contenuti le deleghe che la Legge di stabilità ci ha assegnato, su giustizia, agenzie fiscali, tributi locali. Tre tavoli di approfondimento tecnico lavoreranno, a partire dalle prossime settimane, su questi temi. Il ministro si è impegnato inoltre per quel che riguarda la nostra proposta riguardante il residuo fiscale per partecipare al risanamento dei conti dello Stato. L'impegno è quello di farci avere una risposta in tempo utile prima che le province siano costrette a fare ricorso, e questo termine è fissato al 25 febbraio. Ma oggi abbiamo visto il ministro Delrio e il viceministro Cesaro molto convinti nel voler lavorare seriamente su tutte queste ipotesi. Siamo dunque fiduciosi che nelle prossime settimane si possa riempire di contenuti una volontà oggi espressa e ribadita da entrambe le parti".
"Le Province autonome - ha dichiarato invece il ministro Delrio - puntano a valorizzare la loro responsabilità nei confronti del territorio nazionale con nuove funzioni e e nuove deleghe, per evitare di assistere ogni anno a contenziosi e ricorsi attuando invece pienamente il principio della leale collaborazione fra le Regioni e lo Stato, che è al loro fianco per assicurare il benessere dei cittadini. Dopo aver ottenuto con la finanziaria uno spazio di manovra autonomo, dobbiamo fare presto perché questo è un elemento di chiarezza per i cittadini e le amministrazioni".
Un appuntamento decisivo, quindi, quello di oggi, che di fatto supera l'impasse che ha caratterizzato il percorso di attuazione dell'accordo di Milano, con la consapevolezza dichiarata che quello stesso accordo, oggi va innovato alla luce di uno scenario nel frattempo fortemente mutato. Trento e Bolzano si candidano come apripista nel difficile percorso di riforma dello Stato democratico, purché si definiscano una volta per tutte i paletti dentro i quali tutti dovranno muoversi. Sullo sfondo, la necessità di compartecipare al risanamento dei conti del Paese, missione cui le due Autonomie speciali non si sottraggono - hanno ripetuto ancora una volta i due presidenti - purché non si tocchino le prerogative dei rispettivi Statuti. E sono 22, tra Trento e Bolzano, i ricorsi presentati alla Corte costituzionale per difendere questo principio irrinunciabile.
"Al Governo - ha commentato ancora Rossi - preferiamo però suggerire la via del dialogo".
Poco prima del vertice con il ministro, nella sede romana della Provincia autonoma di Trento, l'incontro con i parlamentari. La riunione che si è svolta stamani in via della Scrofa ha registrato ampia partecipazione e condivisione. I parlamentari trentini e altoatesini sia di maggioranza sia di opposizione hanno apprezzato l'iniziativa promossa dai due presidenti delle Province autonome che ha consentito di informare in via diretta circa i contenuti della proposta che tra poco verrà discussa sul tavolo ministeriale (g.p.).
Foto e immagini a cura dell'ufficio stampa
All.: audiointerviste al presidente Rossi e al ministro Delrio
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