Martedì, 14 Giugno 2022 - 12:00 Comunicato 1831

Il presidente Fugatti: serve una visione comune tra Provincia e enti locali per accrescere valore
Seduta congiunta Consiglio provinciale e Cal, l'intervento del Presidente della Provincia

Valorizzazione del governo delle amministrazioni Locali, connessione dei territori ai principali assi viabilistici e di mobilità, un nuovo modello di welfare territoriale, formazione dei giovani, rafforzamento delle linee di sviluppo, attraverso l’implementazione delle sinergie tra mondo imprenditoriale, sistema degli enti locali e Provincia autonoma di Trento. Sono alcuni dei punti toccati dal presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, nel suo intervento in occasione della seduta congiunta del Consiglio provinciale e del Consiglio delle autonomie locali in corso di svolgimento al palazzo della Regione a Trento.
"L’attuale momento congiunturale, esito prima della situazione pandemica e poi delle difficoltà economiche che stanno colpendo direttamente cittadini ed imprese trentine, ha evidenziato sempre più come sia fondamentale porsi di fronte a problemi così complessi e pervasivi in modo unitario. Per un territorio come quello trentino, geograficamente contenuto ma composito e complesso come pochi altri, ciò diventa un pre-requisito. Da questo punto di vista l’Amministrazione provinciale ha inteso sin da subito mettersi al fianco dei Comuni trentini e ritiene che oggi più che mai ciò debba essere il modo più efficace di operare per gestire la “cosa pubblica” al servizio dei cittadini. In questo ragionamento risulta essenziale che il livello di governo provinciale sia vicino alle Amministrazioni comunali e le supporti nell’affrontare le loro problematiche" ha sottolineato il presidente Fugatti. Che ha anche ricordato come "la visione comune sulle progettualità sul versante pubblico – Provincia e Comuni – diventa presupposto per costruire progetti concreti e capaci di accrescere valore".

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio FUGATTI [ Archivio Ufficio Stampa PAT ]

Ecco il discorso in aula del presidente Fugatti.

"Gentili consigliere, egregi consiglieri, sindaci

I rapporti istituzionali fra le realtà che ciascuno di noi rappresenta sono al centro dell’azione governativa e legislativa quotidiana. Tuttavia, credo che questa occasione sia da salutare con favore e rispetto, perché vede -come raramente accade - Consiglio provinciale e Consiglio delle autonomie locali riuniti assieme in un luogo particolarmente significativo per l’autonomia trentina. Gli argomenti da trattare sono molti, complessi, talvolta anche difficili da categorizzare e ordinare secondo principi di priorità. Tuttavia, cercheremo di portare il nostro contributo al dibattito individuando alcune direttrici di marcia, senza la pretesa di essere esaustivi, ma con la convinzione che l’esperienza di governo fin qui maturata, e il confronto tanto all’interno quanto all’esterno del nostro Trentino, porti con sé motivati suggerimenti sui percorsi che risultano più meritevoli di essere esplorati.

Vorrei iniziare da un obiettivo.

1. Un assetto istituzionale che valorizzi il governo delle amministrazioni locali

L’attuale momento congiunturale, esito prima della situazione pandemica e poi delle difficoltà economiche che stanno colpendo direttamente cittadini ed imprese trentine, ha evidenziato sempre più come sia fondamentale porsi di fronte a problemi così complessi e pervasivi in modo unitario. Per un territorio come quello trentino, geograficamente contenuto ma composito e complesso come pochi altri, ciò diventa un pre-requisito. Da questo punto di vista l’Amministrazione provinciale ha inteso sin da subito mettersi al fianco dei Comuni trentini e ritiene che oggi più che mai ciò debba essere il modo più efficace di operare per gestire la cosa pubblica al servizio dei cittadini. 

In questo ragionamento risulta essenziale che il livello di governo provinciale sia vicino alle Amministrazioni comunali e le supporti nell’affrontare le loro problematiche. Il Comune costituisce la struttura amministrativa più prossima ai cittadini e ciò è particolarmente vero nei territori di montagna, dove alle naturali difficoltà insite in fattori endogeni connaturati alla loro natura e posizione, si sono aggiunte problematicità esogene associate alla crisi economica, all’invecchiamento della popolazione, in alcuni territori allo spopolamento e in generale a dinamiche di trasformazione della società nel suo complesso. Per affrontare in modo sostanziale tale sfida, è necessario anzitutto accrescere l’autonomia finanziaria e organizzativa dei singoli enti, anche di quelli di piccole dimensioni, proseguendo nella revisione degli strumenti di finanziamento della parte corrente dei Comuni di minori dimensioni e garantendo maggiore flessibilità nella disciplina delle assunzioni di personale. Tali azioni andranno accompagnate dalla integrazione del contratto per il comparto degli enti locali finalizzata anche a rendere più appetibile l’accesso al pubblico impiego (e oggi ve ne sono le condizioni).

In questo quadro assumono particolare rilievo le società provinciali di sistema, con il ruolo primario svolto dal Consorzio dei Comuni Trentini attraverso lo sforzo riorganizzativo dei propri servizi, orientato sempre più alla prestazione di attività di back office centralizzabili, senza che ciò sia visto come contrazione di autonomia da parte degli amministratori locali. Sullo stesso piano si pongono i servizi svolti da Trentino Digitale, che dovrà essere attore fondamentale nell’innovazione dell’intero sistema amministrativo provinciale, anche attraverso i progetti finanziati nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il disegno di legge di riforma della governance delle Comunità di valle è in fase di discussione presso il Consiglio Provinciale, finalizzato da un lato a confermare il livello di organizzazione sovracomunale per la gestione dei servizi complessi e dall’altro di garantire una forma di governo ottimale che renda questi enti effettivamente espressivi della volontà delle amministrazioni comunali del territorio di riferimento.

Un secondo tema che porto alla vostra attenzione riguarda

2. La connessione dei territori ai principali assi viabilistici e di mobilità come elemento di incremento della competitività del Trentino

Un fattore essenziale per attuare politiche di coesione territoriale è rappresentato dalla riduzione dei tempi di collegamento di tutte le aree del territorio del Trentino con l’asta dell’Adige e conseguentemente con il resto del Paese. Occorre quindi sviluppare la mobilità pubblica e privata e la viabilità come assi portanti delle politiche di sviluppo territoriale. Dal punto di vista viabilistico sono due gli elementi su cui abbiamo lavorato e intendiamo lavorare:

• migliorare i collegamenti viari nelle valli per rendere più facilmente raggiungibili anche gli insediamenti più periferici;

• migliorare i collegamenti con l’asta dell’Adige, favorendo la sicurezza e la velocità dei collegamenti con le vallate.

Sullo sfondo, come noto, ci sono i grandi temi della mobilità, primo fra tutti quello relativo alla circonvallazione ferroviaria che interessa non solo il capoluogo, ma l’intera nostra provincia posto che attraverso un intervento che da solo assorbe quasi la totalità dei finanziamenti straordinari previsti dal PNRR per la nostra realtà, di fatto ci ritroveremo proiettati in un futuro che vede il corridoio del Brennero protagonista di primo livello negli assetti della mobilità europea. Un ingranaggio fondamentale di un sistema dentro il quale giocano un ruolo strategico il tunnel del Brennero ma anche la stessa A22, via via passando attraverso i grandi investimenti infrastrutturali ai quali il Trentino non ha rinunciato per garantire sviluppo e coinvolgimento del nostro territorio sotto diversi punti di vista, dall’economia alla ricerca, dalla sostenibilità al diritto di poter contare su opportunità di crescita e benessere. 

Non sto parlando di un libro dei sogni, ma di azioni concrete, anche se complesse da attuare. Azioni, comunque, assolutamente perseguibili grazie alla convergenza di sforzi e consapevolezza. Un esempio fra i molti è la valorizzazione della rete delle piste ciclopedonali, che rappresentano un elemento di crescente attrattività turistica oltre che di utilità per il benessere della popolazione; occorre quindi estendere la rete e, dove esistente, mantenerne la funzionalità garantendone la presenza in tutte le valli ed in particolare in quelle marginali. Risulta fondamentale, inoltre, la promozione di modelli di integrazione pubblico-privato per il trasporto di persone e merci, accompagnata dalla diffusione di mezzi di trasporto sostenibili. È inoltre determinante completare la connessione alla rete digitale di tutto il territorio trentino, sempre più fattore decisivo dello sviluppo e delle potenzialità di lavoro.

Al tema dello sviluppo si collega anche il

3. Welfare territoriale

Su questo fronte, il sistema trentino è caratterizzato soprattutto da una forte presenza dell’ente pubblico in grado di garantire servizi di qualità anche nei territori marginali. Accanto a questo modello si deve valorizzare un nuovo sistema che incentivi l’erogazione dei servizi attraverso un maggior coinvolgimento di soggetti privati, quali ad esempio i servizi prodotti dal mondo della cooperazione. Vi è quindi la necessità di identificare i diversi soggetti che possono avere un ruolo attivo nel favorire l’erogazione e l’accesso ai servizi, pur ritenendo necessario delineare per ognuno gli specifici livelli di responsabilità. Il nuovo assetto dovrà essere sempre più caratterizzato dal principio di sussidiarietà circolare che veda cittadini, operatori di mercato e volontariato protagonisti nella produzione di utilità sociali. Nella filiera dell’individuazione e della soddisfazione del bisogno, un ruolo centrale deve essere in ogni caso mantenuto dall’ente pubblico – Provincia e Comuni, per il tramite delle Comunità – che rimane il responsabile ultimo della pianificazione dei servizi e del coordinamento dei soggetti coinvolti.

Nel contesto del welfare, particolare attenzione va posta nei confronti del mondo della terza età come pure di quello della disabilità – nelle sue molteplici forme – e dei bambini/e, in particolare nella fascia 0-3 anni.

Il costante aumento della popolazione anziana fa nascere nuovi bisogni e nuove opportunità: bisogni legati alla necessità di garantire condizioni di autonomia e di vita attiva per le persone non affette da patologie e opportunità per la necessità di individuare servizi più flessibili, soprattutto quali strumenti di prevenzione. Rispetto al tema più specifico dell’assistenza sociosanitaria e del ruolo svolto dalle RSA, confermiamo il nostro impegno anche di natura finanziaria per fronteggiare la carenza di personale qualificato e adeguatamente formato.

Rimane importante l’attuazione di politiche finalizzate al radicamento dei giovani e delle famiglie in tutto il territorio trentino: si devono creare le condizioni di abitabilità e di lavoro attraverso strumenti che consentano ai giovani di reperire abitazioni a prezzi ragionevoli – anche recuperando il patrimonio edilizio esistente – e che al contempo favoriscano forme innovative di prestazione lavorativa quali ad esempio l’integrazione dello smart working o del co-working.

Soprattutto, ma non solo, nei territori periferici, la competizione tra esigenze individuali ed esigenze del mondo del lavoro costituisce un elemento che influenza direttamente la qualità della vita dei cittadini. È pertanto importante curare le soluzioni che permettano la conciliazione vita-lavoro sul territorio e, fra queste, ruolo fondamentale è costituito dai servizi per la prima infanzia. In linea con le misure introdotte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nei prossimi anni si dovranno rinnovare le strutture adibite a tali servizi, migliorandone le qualità funzionali, strutturali ed energetiche, colmando allo stesso tempo le pur limitate carenze riscontrate in alcune zone della provincia.

4. Rafforzamento delle linee di sviluppo, attraverso l’implementazione delle sinergie tra mondo imprenditoriale, sistema degli enti locali e Provincia

L’innovazione costituisce elemento di attrattività per i territori e per le imprese; essa, per diventare traino dello sviluppo, deve essere guidata in modo strategico. I Comuni, al pari della Provincia, devono essere protagonisti della costruzione di questo modello praticando nuove forme di collaborazione con i soggetti privati e privilegiando strumenti di partenariato, di co-programmazione e di co-progettazione. L’innovazione va quindi rivolta agli strumenti organizzativi da utilizzare nelle politiche di coesione territoriale: mi riferisco in particolare ad una nuova prospettiva per il modello di organizzazione cooperativo, come da ultimo sancito con l’integrazione al protocollo con la Federazione trentina delle cooperative, che può costituire un riferimento anche per altri settori economico-sociali. L’innovazione va sostenuta anche negli altri comparti imprenditoriali e costituisce elemento fondamentale di prospettiva per le piccole-media imprese, utilizzando ad esempio i modelli delle comunità energetiche. Ciò potrà garantire competitività per il territorio, da cui conseguentemente trarrà beneficio l’intero sistema economico. Nel quadro delineato, particolare attenzione deve essere prestata da comuni e Provincia ai temi della produzione dell’energia elettrica. Attualmente sono attivi dei gruppi di lavoro misti Provincia- Comuni che esaminano le criticità e le opportunità delle forme di affidamento sia per le piccole derivazioni idroelettriche che per le grandi concessioni. La collaborazione con i Comuni ha inoltre portato all’approvazione della legge Provinciale 4 del 2022 sull'energia, e conseguentemente agli strumenti attuativi delle comunità energetiche e a quelli finalizzati al potenziamento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Mi avvio alla conclusione con un’ulteriore riflessione che ha a che fare con i giovani, con il futuro e con il dovere che tutti noi abbiamo per costruire le condizioni ideali affinché un futuro per i nostri giovani ci sia e sia uguale se non migliore di quello che i nostri padri e le nostre madri hanno immaginato per noi. È una riflessione che ha a che fare con la cultura, ma anche col pragmatismo. Non abbiamo certo rinunciato ad immaginare scenari di confronto, anche a livelli elevati: si è da poco concluso con successo il Festival dell’Economia che credo abbia dimostrato l’impegno e la volontà di mantenere ai massimi livelli gli standard di scientificità e di dibattito fra tesi.

Tuttavia, il sistema pubblico e quello privato affrontano una sfida comune di fondamentale e primaria importanza, costituita dall’esigenza di dotarsi di personale con competenze adeguate al cambiamento e all’innovazione. In primo luogo, si devono rafforzare gli elementi identitari, fondanti il patrimonio culturale e sociale del territorio e dell’Autonomia. La consapevolezza del valore di questo patrimonio alimenta il senso di coesione sociale e costituisce elemento che consolida lo spirito di appartenenza alla comunità.

È pertanto importante incentivare la consapevolezza dei fondamenti sui quali si basa l’Autonomia trentina - ricordo che stiamo seguendo con grande attenzione il lungo percorso che celebra i 50 anni del secondo Statuto - e promuovere la conoscenza del territorio trentino e delle sue caratteristiche in primo luogo nelle nuove generazioni.

Gli Enti locali e la Provincia devono continuare ad investire nella formazione professionale come condizione per far fronte alle difficoltà delle imprese nel reperire addetti qualificati. La formazione professionale deve essere rivolta a supporto di tutti i settori economici e definita in modo più coerente con i bisogni delle imprese.

La formazione non basta: è necessario rendere il nostro contesto sempre più attrattivo, anche per professionalità originate da altri territori.

In un mondo fortemente connesso a livello di relazioni economiche, interdipendente in molte dinamiche (demografiche – occupazionali – di approvvigionamento) la coesione dentro un territorio ricco di potenzialità come il Trentino diventa determinante fattore di successo. Ce lo sta ricordando chiaramente il PNRR, dove la “visione comune” sulle progettualità sul versante pubblico – Provincia e Comuni – diventa presupposto per costruire progetti concreti e capaci di accrescere valore.

Ma ce lo ricordano anche eventi - pensiamo alla guerra in corso - di portata generale e per certi versi non controllabili a livello locale, a ulteriore conferma che sulle questioni fondamentali è determinante lavorare per costruire una visione comune quale presupposto per superare difficoltà e criticità.

Buon lavoro a tutti e grazie per l’attenzione".

(as)


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