Venerdì, 01 Aprile 2016 - 14:47 Comunicato 564

Al convegno "SpondaSud. Nuove prospettive per il Mediterraneo"
Rossi: "Il ruolo dei territori, importante contributo per difendere la pace"

No alla tentazione di chiudersi, forte impegno nella formazione delle classi dirigenti e per mantenere gli stanziamenti destinati alla cooperazione allo sviluppo e soprattutto difesa di quella vocazione trentina ad essere "territorio ponte" fra culture e identità che chiedono giustamente di essere rispettate.
Questi i punti principali toccati dal governatore del Trentino, Ugo Rossi intervenuto stamani al convegno "Sponda Sud. Nuove prospettive per il Mediterraneo" organizzato alla Sala Rosa della Regione dall'Associazione Rondine Cittadella della Pace ed al quale partecipano tra gli altri anche Pierferdinando Casini e Lorenzo Dellai.

"È grazie ad iniziative come questa - ha spiegato Rossi - che anche il Trentino ravviva lo stimolo a continuare a svolgere il ruolo che la storia gli ha consegnato, nel suo essere cerniera fra Mitteleuropa e Mediterraneo, anche a fronte di scenari imponenti e di difficile gestione come quelli che gli attuali equilibri geopolitici e sociali ci stanno imponendo". Ne è un esempio attuale quanto l'Austria intende attuare per gestire il flusso dei profughi con decisioni che rischiano di "portare indietro le lancette della storia" ripristinando - in quale misura si vedrà - quel confine al Brennero per l'abbattimento del quale - ha detto Rossi - "abbiamo lavorato tanto". "Ma per questa visione di collaborazione transfrontaliera che si chiama Euregio continueremo a lottare, consapevoli però che la prima cosa da sconfiggere è la tentazione che nelle nostre menti si radichi l'idea che la soluzione a questi fenomeni sia la chiusura in se stessi"."Per questo in Trentino cerchiamo sempre di non tirarci indietro - ha aggiunto Rossi ricordando la collaborazione con la comunità S. Egidio che ha permesso di ospitare 35 profughi siriani giunti in città grazie ad un corridoio umanitario - lavorando principalmente su due versanti: da un lato, la formazione della nostra classe dirigente; dall'altro, la conferma - nonostante tempi meno floridi che nel passato - dell'impegno finanziario a sostegno della cooperazione internazionale, rivolgendo l'attenzione prima di tutto verso i Paesi da cui i fenomeni migratori hanno origine"."La sfida - ha concluso Rossi - è quella di riuscire a far nascere nei popoli lungo tutte le sponde del Mediterraneo la consapevolezza che la soluzione non sono integralismo e fanatismo, ma il rispetto delle identità di tutti. Ed è una sfida da aggredire creando anzitutto una classe dirigente che questi valori li sappia praticare". (Gp) 

(gp)


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