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Inaugurata lo scorso 15 marzo la mostra “Klimt e l’arte italiana” riunisce eccezionalmente i due capolavori italiani di Klimt: la “Giuditta II” e “Le tre età della donna”.
Attorno a questo irripetibile binomio si sviluppa la prima mostra sull’influenza di Klimt sui grandi maestri del primo Novecento come Felice Casorati, Adolfo Wildt, Vittorio Zecchin e Luigi Bonazza. Pittori e scultori italiani che seppur con lo sguardo volto al linguaggio nordico, alle Secessioni di Vienna e di Monaco rielaborarono l’influsso klimtiano in modo autonomo e originale: i riferimenti sono visibili nei decori, nelle linee, nei colori e nello stile che finisce per mescolarsi alle caratteristiche artistiche locali, permettendo la nascita di nuove ricerche.
In mostra circa 200 opere illustrano un panorama vario e complesso, nel quale discipline diverse – dalla pittura alle arti decorative – convivono sotto il segno di un riconoscibile gusto sontuoso, seduttivo e decadente.