Venerdì, 10 Ottobre 2025 - 20:27 Comunicato 2911

Pattinaggio e curling: da sport di nicchia ad attesissime discipline olimpiche

È l’effetto Milano-Cortina 2026. È l’effetto delle Olimpiadi invernali in generale. Gli sport meno popolari, come il pattinaggio di velocità e quello di figura, e come il curling, improvvisamente e per un po’, attirano su di sé i riflettori. E che effetto fa? Lo raccontano, al Festival dello Sport di Trento, tre campioni: Davide Ghiotto, Daniel Grassl e Mattia Giovannella. “Si sentono responsabilità e pressione, e si lavora più duramente del solito per dare buoni risultati” – affermano, sapendo però anche che un’Olimpiade in casa sarà “una grande emozione, qualcosa di unico, in cui il tifo del pubblico sarà caloroso e ci invaderà”.
DAVIDE GHIOTTO E DANIEL GRASSL: AZZURRO GHIACCIO Nella foto: Claudio Arrigoni, Davide Ghiotto, Mattia Giovanella, Daniel Grassl. [ Michele Lotti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Tra timori e speranze, Milano-Cortina 2026 è per Davide Ghiotto, detentore di tre ori consecutivi nel Mondiale singole distanze sui 10mila metri a Heerenveen 2023, Calgary 2024 e Hamar 2025 e primatista mondiale con il tempo clamoroso di 12:25.692, “un punto importante nella mia carriera. Un punto in cui spero di avere accanto tutti i tifosi del mio Paese. Insomma, un po’ me lo immagino come le competizioni in Olanda, dove il tifo di 15mila persone era assordante. Spero davvero di fare molta parte della gara senza sentire nulla!”.
Ci pensa meno e fantastica meno, invece, Mattia Giovannella, che pochi giorni fa con la squadra maschile di curling ha vinto il KW Fall Classic, torneo di carattere internazionale disputatosi in Canada: “Sto davvero cercando di non pensare troppo a febbraio e alle gare. Sto cercando solo di trovare la giusta chiave di lettura per gestire la pressione mentale che ci sarà”.
E infine, sembra allegro e pronto a lanciarsi senza troppe paure, Daniel Grassl, con i suoi 23 anni, il titolo di primo pattinatore di singolo maschile italiano a qualificarsi per una finale senior del circuito Gran Prix e un argento ai Giochi Mondiali Universitari Invernali di Torino 2025: "Mi aspetto solo delle sensazioni uniche. Mi aspetto una grande interazione con il pubblico e con il suo calore. Le mie precedenti Olimpiadi sono state a Pechino, dove causa covid il pubblico non c’era proprio” – spiega – “Spero che piaccia anche il tema scelto per il mio programma, ovvero il film Il cardinale. Spero piacciano gli abiti particolari. Spero sarà apprezzata la presenza di quattro salti quadrupli…”.

Ma come ci si arriva, alle Olimpiadi? “Tra giornate brutte e belle.” – racconta Ghiotto - “Ci si arriva grazie al duro lavoro (ci alleniamo 20-30 ore a settimana), e grazie al supporto della squadra, dell’allenatore, della famiglia, anche quando si attraversano delle sconfitte. Perché quelle ci sono e ci saranno sempre, quindi bisogna mandar giù il boccone amaro, analizzarsi, e poi migliorarsi”.

Concorda Giovannella, che aggiunge: “Non ci si allena sempre felici, ma lo si fa lo stesso. Qui sta del resto la differenza tra lo sport fatto a livello professionale e amatoriale. E poi io credo che una parte della forza, per arrivarci, stia anche nel mindset: per vincere, ci si deve prima di tutto credere”.

(kd)


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