Venerdì, 23 Maggio 2025 - 22:50 Comunicato 1343

Parole e musica, la magia di Brunori Sas al Teatro Sociale

È stato Brunori Sas a portare in scena al Teatro Sociale di Trento il Fuori Festival, l’appendice spettacolare del Festival dell’Economia. Un incontro a due voci, tra musica e racconto, condotto dalla giornalista Marta Cagnola: “Brunori Sas: i bivi della musica e le scelte di una vita”. Reduce dal terzo posto a Sanremo con L’albero delle noci – brano che gli è valso anche il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo – Brunori ha aperto la serata imbracciando subito la chitarra e cantando Canzone contro la paura, seguita da Guardia ‘82, Per non perdere noi, via via fino alla hit sanremese. Tra un pezzo e l’altro, il cantautore calabrese ha condiviso pensieri, ironia (molta) e frammenti di vita.
Brunori SAS: i bivi della musica e le scelte di una vita Nella foto: Brunori SAS [ Michele Lotti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

“Difendo la categoria dei cantautori, avevamo perso la nostra sacralità. Sembrava una cosa vecchia, impolverata. E invece eccoci lì, sul podio di Sanremo, io e Lucio Corsi. Una cosa impensabile fino a poco fa.” Poi una battuta che conquista il pubblico: “Io? Il Bruce Springsteen calabrese. Del resto sono rimasto a vivere lì. Mi hanno sequestrato!”, scherza, tra le risate e l’applauso di un teatro gremito. Brunori ha ricordato anche il suo passato da imprenditore, con la famiglia attiva nella produzione di mattoni, e una laurea in economia messa da parte solo in parte, perché “resta un modo di guardare le cose”.

Parlando del nuovo disco, L’albero delle noci, ha raccontato: “È un disco sui legami. Il brano nasce come dedica a Simona, la mia compagna, ma racconta anche la rivoluzione emotiva dell’arrivo di una figlia. È un po’ un bignami di tutto ciò che ho scritto in questi anni, come se tornassi al punto di partenza dopo un lungo giro”. Poi, quasi a sottovoce, ha confidato : “La nascita di Fiammetta ha cambiato tutto. Diventare padre ti costringe a rivedere le priorità. Quest’album è una valle di lacrime, sì. Ma anche di luce”.

(gt)


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