
“Difendo la categoria dei cantautori, avevamo perso la nostra sacralità. Sembrava una cosa vecchia, impolverata. E invece eccoci lì, sul podio di Sanremo, io e Lucio Corsi. Una cosa impensabile fino a poco fa.” Poi una battuta che conquista il pubblico: “Io? Il Bruce Springsteen calabrese. Del resto sono rimasto a vivere lì. Mi hanno sequestrato!”, scherza, tra le risate e l’applauso di un teatro gremito. Brunori ha ricordato anche il suo passato da imprenditore, con la famiglia attiva nella produzione di mattoni, e una laurea in economia messa da parte solo in parte, perché “resta un modo di guardare le cose”.
Parlando del nuovo disco, L’albero delle noci, ha raccontato: “È un disco sui legami. Il brano nasce come dedica a Simona, la mia compagna, ma racconta anche la rivoluzione emotiva dell’arrivo di una figlia. È un po’ un bignami di tutto ciò che ho scritto in questi anni, come se tornassi al punto di partenza dopo un lungo giro”. Poi, quasi a sottovoce, ha confidato : “La nascita di Fiammetta ha cambiato tutto. Diventare padre ti costringe a rivedere le priorità. Quest’album è una valle di lacrime, sì. Ma anche di luce”.