
L’incontro è iniziato sulle immagini del suo videoclip in bianco e nero dedicato alla grande attrice Silvana Mangano: “Era da quindici anni – ha detto Malika Ayane - che volevo incidere questo pezzo, l’avevo sentito anche in una versione dei Pink Martini e ora è arrivato il momento giusto. È una canzone che esprime una grande gioia di vivere e insieme serenità ed energia, elementi che nella vita ci vogliono sempre”. Lo scorso settembre l’artista milanese ha ricevuto a Venezia il premio “Women In Cinema Award” dedicato al suo impegno per le donne che non possono far udire la propria voce perché vittime di regimi autoritari: “Per me è un dovere fare quello che posso per appoggiare queste cause, diffondere certi messaggi”.
Per Malika Ayane:”La memoria va coltivata anche se ci troviamo a vivere in un mondo che va sempre più veloce. Il ‘900 e quello che stiamo vivendo sono secoli bulimici in cui si produce tanto, troppo, spesso in maniera frenetica, senza fermarci”. I ricordi sono quelli della sua infanzia di ragazza nata nella periferia di Milano da mamma italiana e padre marocchino: “La mia famiglia non poteva permettersi di mandarmi a lezioni private di musica e così mi sono iscritta al Conservatorio. Oltre che cantare volevo suonare la batteria ma sono finita a suonare il violoncello. Poi c’è stata l’esperienza alla Scala come voce nel Macbeth”. Quindi la confessione fra il serio e il faceto: “Non so se farò per sempre la cantante. Mi piacerebbe cambiare e aprire un negozio di fiori o essere sempre in viaggio”. Nella sua dimensione di artista la forza unica della voce: “Non basta – ha sottolineato la cantautrice – avere una bella voce, bisogna credere in quello che si canta, mettere tutto nella forza della propria interpretazione”.
Da tempo al suo fianco nella scrittura delle canzoni c’è Pacifico: “Lui mi ha insegnato ad ascoltare la mia voce interiore e a trasformarla in versi per canzoni. Io scrivo sempre, sono una maniaca dell’appunto. La parola ha una grande forza, spero negli anni di riuscire a scrivere meglio e di avere il tempo per leggere di più”. Fra le sue esperienze anche quella delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022 dove ha cantato l’inno di Mameli nella cerimonia di chiusura: “Siamo arrivati in Cina in pieno lockdown. Non sono state settimane facili, fra continui covid test e isolamento. Però è stata comunque un’esperienza bellissima poter cantare in uno stadio immenso ed in un contesto come quello delle Olimpiadi fatto di quella grande collettività che prova ad andare oltre confini e differenze”. Spazio anche al futuro nel segno dei musical: “Dopo Evita torno a lavorare con Massimo Piparo in Cats un musical che conosco a memoria e nel quale avrò il ruolo di Grizabella”. Ad impreziosire l’incontro del Trentodoc Festival la proposta live di tre brani del suo repertorio fra i quali “Peccato originale”, dal suo ultimo disco “Manifesto” e “Come le foglie”.