
Il richiamo ai valori europei ben incarnati dalla figura di Antonio Megalizzi hanno chiuso la Passeggiata Sconfinata, momento di riflessione per guardare alcuni luoghi di Trento con occhi diversi. La camminata si è svolta nel pomeriggio odierno e il suo scopo è stato quello di capire come i vari monumenti ed edifici della città di Trento richiamano fortemente alla dimensione europea della città che non nasce con l’Unione Europea ma che è una delle caratteristiche storiche della città e diventa una chiave di lettura per rileggere la storia di Trento. Una storia fatta di aperture e chiusure, che fa della città in alcuni momenti uno snodo europeo, in altri un baluardo di chiusura. Sei le tappe percorse con partenza da piazza Venezia sotto al monumento di Alcide De Gasperi, per ricordare a tutti il legame istituzionale di Trento con l’Europa. Il cammino è proseguito poi al vicino Castello del Buonconsiglio, per parlare della città in un momento in cui si trovava già su di un’importante via di transito sulle Alpi. La fortezza rappresenta sia il potere sia la rivolta contro il potere stesso grazie a due figure dalla caratura europea: da una parte Bernardo Clesio, consigliere dell’imperatore Massimiliano che reprime la rivolta contadina guidata da Michael Gaismair, che prima di ribellarsi era inserito nell’amministrazione pubblica del principato vescovile di Bressanone, anche lui quindi legato a una cultura europea alta. Il Castello del Buoncosniglio, inoltre, simboleggia la Trento dei dei principi vescovi che si apre all’Europa. Quando dopo la secolarizzazione diventerà sede della guarnigione austriaca, Trento si troverà in una dimensione mitteleuropea, quella dell’ultimo grande impero sovranazionale in Europa che costruisce l’abitudine a tenere insieme la diversità dei popoli in una stessa unità statale e non fa coincidere nazione e stato. Concetto che si ripete nella terza tappa in pazza Dante. La figura di dante ricorda come dentro all’impero l’unità dei popoli diversi n realtà conosca pesanti scricchiolii, come l’affermazione dei nazionalismi e del movimento irredentista. La quarta tappa, la Galleria dei Legionari, ha permesso di conoscere la Trento del ventennio fascista, che si chiude alla dimensione europea, ma pochi anni dopo e pochi passi dopo ci si è fermati nella Galleria dei Partigiani che narra di una Trento che non accetta questa chiusura e si batte per riaprire la città grazie alla figura di Gianantonio Manci, capo del movimento di liberazione nazionale che muore con il manifesto di Ventotene in tasca. La tappa conclusiva del percorso è stata lo spazio De Gasperi in via Belenzani. Affiancato alla panchina europea di Antonio Megalizzi simboleggia l’adesione europea di Trento dopo la seconda Guerra Mondiale, attraverso le figure di De Gasperi prima e di Megalizzi poi, racconta il bisogno di un Europa che non sia solo degli stati e degli statisti ma dei cittadini. Che col loro impegno fanno vivere l’Europa. Domani la giornata conclusiva.