Giovedì, 23 Maggio 2024 - 19:20 Comunicato 1228

La sostenibilità dei beni collettivi

L’equilibrio tra mercato, stato e beni collettivi come condizione necessaria per garantire la sostenibilità del sistema economico (e sociale). Se ne è discusso oggi al Festival dell’economia di Trento nell’incontro “Sostenibilità, gestione dei beni collettivi e cambiamento climatico” moderato dalla giornalista de Il Sole 24 Ore Celestina Dominelli e a cui hanno partecipato Silvia Arlanch, presidente del Gruppo Dolomiti Energia, la professoressa Paola Gatto dell’Università degli studi di Padova, il presidente Centro studi usi civici dell’Università degli studi di Trento Geremia Gios e la professoressa dell’Università degli studi di Trento Marta Villa.
Sostenibilità, gestione dei beni collettivi e cambiamento climatico Nella foto: Celestina DOMINELLI; Paola GATTO; Marta VILLA; Geremia GIOS; Silvia ARLANCH e pubblico di schiena [ Federica Galeazzo - Archivio Ufficio Stampa PAT]

L’appuntamento, organizzato in ricordo del professor Pietro Nervi, ha messo a confronto gli esperti in un dialogo che ha posto l’accento sull’intrinseca sostenibilità dei commons, dei beni collettivi, gestiti in moto tale da poter essere lasciati in eredità a beneficio delle generazioni future.
Il professor Gios è partito dal concetto di sostenibilità, un sistema complesso che per essere garantito ha bisogno di istituzioni adeguate e capaci di gestirne la complessità. “Mercato e stato da sole non sono in grado di farlo, il primo perché esporta parte di complessità all'esterno attribuendola alle scelte degli individui e il secondo perché centralizza il sistema - ha spiegato -. I beni collettivi invece agiscono secondo una logica diversa, che pone al centro la fiducia e le regole condivise tra le persone. Se in una società non si raggiunge un equilibrio tra questi elementi non ci può essere sostenibilità” ha spiegato.

La professoressa Villa ha passato in rassegna alcuni esempi di gestione di beni collettivi in Trentino, dove “uomini e donne si prendono cura del proprio patrimonio preservando e migliorando il territorio che vivono per consegnarlo alle future generazioni, generando al contempo esternalità positive che ricadono anche sui territori vicini e reinvestendo risorse sul territorio - ha spiegato -. In Trentino queste realtà sono riconosciute dalla legge e si muovono autonomamente nella presentazione di progetti e nel reperimento di fondi che poi reinvestono nella comunità”.

La professoressa Gatto, ha approfondito il concetto di “servizio ecosistemico” che l’ambiente offre alla comunità, necessario alla sopravvivenza e strettamente connesso a come il patrimonio ambientale viene gestito. “I beni collettivi esistono da centinaia di anni, hanno la sostenibilità nel proprio Dna e pongono al centro il benessere della comunità. Oggi sono davanti a grandi cambiamenti che richiedono sforzi adattivi particolari - le sue parole -. Occorre parlarne perché ai più sono poco conosciute e a livello comunitario non hanno un riconoscimento giuridico che consenta loro di accedere a fondi”.

La presidente del Gruppo Dolomiti Energia Silvia Arlanch ha sottolineato l’importanza della sostenibilità anche per il mercato, e  come Dolomiti Energia abbia reso questo concetto un vantaggio competitivo grazie ad una produzione di energia pulita pari al 98% e offrendo ai clienti energia 100% Green anche attraverso l’acquisto di certificati di origine. “Accanto a ciò - ha aggiunto Arlanch - come impresa a partecipazione pubblica vogliamo essere vicini al territorio ed è per questo che offriamo proposte commerciali con una forte componente solidaristica, sosteniamo iniziative del terzo settore e sportive con importanti ricadute sociali per le nostre comunità”.

(sr)


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