Tra bollicine e note può scaturire una scintilla. Una magia che Peppe Vessicchio e non Beppe, come tutti erroneamente lo chiamano, ha sperimentato con successo insieme all’imprenditore Riccardo Iacobone, con cui produce vini affinati con l’armonia naturale.
Al centro del progetto, l’importanza della musicoterapia. “Si parla sempre del suono per la sua capacità di agire sugli organismi biologici”, ha spiegato Vessicchio. Un esperimento interessante per osservare gli aspetti proporzionali del suono, come nella bellezza, che rispecchia una precisa armonia, presente nel sapore avvolgente del vino. I fondi raccolti attraverso la vendita delle bottiglie contribuiranno a sostenere la formazione di 12 giovani musicisti dell’Accademia Peparini, con l’obiettivo di portare la musica nei luoghi degli ultimi, dove nessuno può ascoltarla. Icona della musica leggera e direttore veterano di Sanremo, di cui ha collezionato quasi trenta edizioni, ha ripercorso al Trentodoc Festival la sua lunga carriera, dal palco dell’Ariston, alla collaborazione con Gino Paoli fino alla partecipazione come professore di musica ad Amici.
“Dirigere l’orchestra è una frase che mi insegue, in realtà non volevo fare il direttore d’orchestra”, rivela Vessicchio. “Mi piaceva l’idea di scrivere e di mettere insieme le note. Avevo bisogno di realizzare quello che pensavo”, ha però ammesso. Un’ambizione che l’ha convinto a intraprendere la strada dell’arrangiatore. Il successo arriva poi negli anni Ottanta e Novanta con l’avvento dell’elettronica, quando il suo eclettismo gli vale collaborazioni con le più prestigiose case discografiche e orchestre. Napoletano d’origine, ha poi sottolineato il rapporto fecondo tra musica partenopea e genovese, contaminata da sonorità brasiliane. “Noi abbiamo sempre avuto una relazione con Genova, i musicisti di Gino Paoli erano napoletani”, ha osservato il Maestro. Indimenticabile la collaborazione con Mia Martini, che ha diretto a Sanremo in La Nevicata del 56. “Era lei a dirigermi, non il contrario”, chiosa. Una rara occasione in cui si è sentito “rapito in un viaggio”. Memorabile l’edizione di Sanremo 2011, in cui diresse Roberto Vecchioni in “Chiamami ancora amore”, una canzone di speranza che raccontava un naufragio di migranti.
“Quando Roberto ha cantano, ha dato tutto se stesso. A noi è arrivata un’ondata d’amore”, ricorda con nostalgia Vessicchio. Tra le sfide più avvincenti, il disperato tentativo di dirigere gli Elio e Storie Tese a ritmo accelerato. La notorietà televisiva e social gli è valsa persino una fantomatica nomina a Presidente della Repubblica a portata di meme. Una serata tra suoni e bollicine, coronata dal brano Una lunga storia d’amore di Gino Paoli, scritta da Vessicchio a Firenze e suonata in esclusiva per il Festival dal pianista Patrick Trentini.
Il Trentodoc Festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato da Istituto Trento Doc e Trentino Marketing, in collaborazione con Corriere della Sera.
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