La prima notizia sul maso di Fierozzo risale al 1324
Incontri con gli autori al museo Filzerhof, a 700 anni dalla fondazione del maso
Si celebrano quest'anno i 700 anni dalla fondazione del maso di Fierozzo, oggi sede del museo Filzerhof, la cui prima notizia documentata risale al 1324. Con l’occasione della ricorrenza si terrà una breve rassegna denominata “Autorn kan Filzerhof”, con la presentazione di pubblicazioni per tre martedì di seguito, a partire dal 30 luglio, sempre alle ore 20.30.
Il primo appuntamento sarà con Antonella Mott, autrice dell’Atlante etnografico del paesaggio trentino (ed. Museo degli Usi e Costumi della Gente trentina) nel cui contesto non manca una parte dedicata agli insediamenti germanici e al Filzerhof stesso.
Il 6 agosto toccherà a Alessandra Sebastiani che parlerà di Salvanel, il suo romanzo ambientato in Valle. La presentazione sarà accompagnata da letture di Marco Amr Petracca.
Il 13 agosto sarà Paolo Cova a raccontare del suo romanzo Dominik il cròmero, legato all’importante attività di commercio ambulante praticata da secoli dalla comunità mòchena.
Immerso nel verde a 1250 metri di quota, il maso è raggiungibile soltanto a piedi tramite un breve sentiero in acciottolato che permette fin da subito una completa immersione in un contesto abitativo di stampo contadino dell’alta Valle del Fersina. I vari locali, con arredi e attrezzi originali, rafforzano la sensazione di aver effettuato un cammino a ritroso nel tempo. In estate, il fienile si presta ad appuntamenti culturali e a rassegne come appunto gli incontri “Autorn kan Filzerhof”.
Il 30 maggio 1324 Eltele di Scena, Signore del Castello di Pergine, affida un appezzamento di terreno in località "ad Schaletas" ad Hendrigus, figlio del Tessitore di Fierozzo, con il compito di renderlo coltivabile e di costruirvi un'abitazione. Nel 1338, lo stesso maso viene affidato a Freidank, nipote di Ianex dalla Val d'Astico: in suo onore, a partire dalla generazione successiva, il maso verrà denominato per secoli Freidankhoff.
Dal XVII secolo si inizia a trovare anche la denominazione di Filzer o Filzerhof, che finirà per prevalere definitivamente dal XIX secolo.
Nel corso del XVIII secolo, un matrimonio tra una Marchel e un Laner, sembra imprimere una svolta alla storia del maso. La struttura attuale è infatti riconducibile alla fine del XVIII secolo, frutto degli investimenti di Cristano Laner, un loro figlio, che aveva fatto fortuna con il commercio "in Germania", come attestato in un documento del 1786. Nel documento Cristano riscatta il maso dallo zio Pietro e nello stesso periodo sono documentati i massicci lavori di ingrandimento e la realizzazione della stufa a olle firmata dalla ditta Bormiolli di Trento.
(lt)
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