
Sul fronte americano, Gentiloni ha ricordato il suo incontro diretto con il presidente Usa: "Ho avuto a che fare con Trump da premier, in occasione della presidenza italiana del G7. All’epoca era un negoziatore. Ora è un Trump diverso: rapido, radicale. Lui parla di età dell’oro, ma questa è semmai l’età dell’incertezza. Ci auguriamo che sia una fase transitoria, ma il bilancio federale americano è stato approvato sul filo. Una condizione che danneggia anche noi europei".
La riflessione si è poi concentrata sulla posizione dell’Europa nel mondo: "Siamo forti nell’export — ha proseguito Gentiloni — non solo per vino e mozzarella, ma per farmaci, macchinari, tecnologia. È essenziale ragionare in termini di sistema: dobbiamo rispondere con determinazione, ma senza isterie. Insieme ai tedeschi, siamo tra i più colpiti. E vorrei che il nostro governo dicesse con chiarezza al presidente Trump che così non va".
Quanto alla strategia americana, l’ex Commissario nota: "È difficile oggi decifrare del tutto la direzione degli Stati Uniti. Già con Obama si era avviata una svolta verso l’Asia. Trump potrebbe accelerare questa traiettoria, oppure muoversi in base alla logica delle sfere d’influenza. È presto per trarre conclusioni definitive, ma l’Europa deve avere un ruolo. Certo, non possiamo rispondere Paese per Paese, né possiamo limitarci a parlare di una difesa comune da 27 anni".
Infine, uno sguardo alla politica interna: "L’Italia deve restare tra i Paesi volenterosi. In passato abbiamo partecipato a missioni discutibili. Oggi, direi che la nostra presidente del Consiglio si è trovata più a suo agio con Biden che con Trump. Ci serve più coraggio. La transizione climatica in Europa non può essere interrotta: semmai, va calibrata. E anche il nostro sistema di welfare deve essere preservato, se non rafforzato".