
Gaia, intervistata da Marta Cagnola giornalista di Radio 24 - Il Sole 24 Ore, ha iniziato raccontando il suo terzo disco “Rosa dei venti” che gli ha dato una nuova energia: “E’ stato un periodo inaspettato perché mi sono sorpresa anch’io delle lezioni che sono arrivate con la scrittura di questo disco e con l’uscita di questo terzo “figlio”. E’ sempre interessante usare la musica come diario di bordo della tua crescita artistica, della tua visione del mondo. Per me è stata una grande sorpresa perché mi sono sentita sempre più libera di raccontare, di poter osare con il suono, di non dover per forza trovare uno schema predefinito, di non dovermi definire in un unico genere.
La mia ricerca personale di quello che mi fa crescere ed evolvere sta nel trovare il punto di incontro nel mezzo, trovare la bellezza nei grigi, non solo negli estremi”. Poi le sue radici brasiliane di ragazza in bilico tra due mondi: “Sicuramente - ha raccontato Gaia - crescere con la consapevolezze che non c’è un unicum o un’unica strada o un unico modo di vedere la vita, la cultura, la società aiuta perché ti pone davanti alle differenze, a capirti non solo in un ambiente apparentemente familiare ma devi trovare anche una casa interiore: da dove vieni, qual è la cultura che ti appartiene di più”. Queste domande divisorie l’ hanno sempre messa in difficoltà perché: “Scindevano il mio essere, non mi davano risposte di unione o di risoluzione, quindi all’inizio quando tornavo in Brasile mi sentivo di dover difendere l’italianità e viceversa e tutt’ora ogni tanto quando il mio bambino interiore scalpita succedono queste dinamiche. Al di là di tutto lo strumento più importante che mi è stato concesso, non ho grandi meriti al riguardo, è questa visione che cerca di comprendere anche la situazione più distante da me. E’ complicato perché viviamo in un momento storico che non aiuta questo pensiero, veniamo bombardati con tanti messaggi di divisione, di odio però credo che ci sia anche un potere interiore nostro che forse è il momento di risvegliare con un po’ più di energia, forza e consapevolezza”. La scrittura del suo terzo disco l’ha portata come ha spiegato: “A responsabilizzarmi di più per le mie emozioni e la mia posizione che in passato ha portato dei problemi ma che è di privilegio perché quando sono su un palco mi rendo conto che sono in una posizione di privilegio che può dare agevolazioni ma porta anche responsabilità personali e sociali. Insisto sulla responsabilità personale ma è anche giusto responsabilizzare chi abbiamo messo al potere”.
Poi una battuta su Sanremo con un ventiseiesimo post decisamente riscattato dal successo del brano diventato una vera e propria hit: “Confesso che nella prima parte del festival la canzone e la performance non erano state recepite come speravo però andando avanti il brano è arrivato eccome e sono contenta così, felice di farmi stupire dai modi in cui la bellezza, l’abbondanza, la connessione col pubblico arrivano. Sono arrivata ventiseiesima ma al di là dell’amaro in bocca per non essere stata votata, poi si è tutto un po’ riallineato ed è bello così. Come una vittoria non mi definisce, anche un ventiseiesimo posto non mi definisce e nemmeno il mio ultimo disco lo fa perché sono molto più di così, quello che voglio lasciare al pubblico è di più e appena ho iniziato a stare meglio con me stessa, ha iniziato a squillare il telefono e il resto è storia”.