Ecco dunque quali sono le “condizioni” minime che l’ente pubblico fa presente al mercato circa il collegamento a fune Trento-monte Bondone.
La parte iniziale è dedicata alle finalità generali dell’opera, nella quale si precisa che il nuovo collegamento ha un obiettivo più ampio rispetto alla sola sostituzione dell’impianto esistente (Trento-Sardagna), “collegando l’intera montagna alla sua città ed inserendosi in un sistema di mobilità alternativa ed Hub di interscambio che è attualmente in fase di sviluppo nella città di Trento”.
Segue il riferimento al Piano urbano della mobilità sostenibile del Comune di Trento e alla precisazione che la definizione del tracciato debba essere inserita “all’interno del contesto
Pianificatorio” individuato (la partenza all’ex Sit, quale area scelta per il nuovo centro intermodale e area strategica per la mobilità cittadina e l’ex Italcementi quale zona di sviluppo) “per massimizzarne l’efficienza e garantire di intercettare in modo ottimale i diversi flussi” di mobilità.
Spazio poi alle ragioni di un impianto a fune, connesse ai benefici derivanti dalla mobilità sostenibile e alla riduzione delle emissioni, nonché il target di riferimento e gli effetti attesi. Menzionate le potenzialità dell’impianto di trasporto rapido di massa per sostituire l’attuale funivia Trento-Sardagna, la capacità di intercettare le esigenze di mobilità dalla Destra Adige e i parcheggi di attestamento, dei residenti delle aree in quota e di tutti i flussi turistici rivolti alla montagna.
Tra gli obiettivi di sviluppo indicati il rilancio dell’attrattività turistica del monte Bondone. L’impianto potrà favorire la destagionalizzazione, la nascita di nuovi servizi e iniziative, l’incremento dell’occupazione alberghiera.
A seguire la definizione puntuale del tracciato. Per il primo lotto funzionale si prevede la stazione di partenza ex Sit, intermedia all’ex Italcementi, intermedia a Sardagna. Il secondo lotto passa per la stazione intermedia a Vaneze e approda alla stazione di arrivo a Vason.
Poi i periodi di apertura e di esercizio del nuovo collegamento, i profili urbanistici e le possibili interferenze con le relative soluzioni, infine l’analisi del modello di domanda di trasporto a cui risponderà l’infrastruttura.
Lo schema prevede un investimento complessivo di circa 70 milioni di euro, con una compartecipazione della Provincia autonoma di Trento, con i finanziamenti messi a disposizione dal ministero, pari a 37,5 milioni di euro, mentre la parte restante sarà a carico del soggetto o dei soggetti privati nell’ambito del project financing.