Giovedì, 22 Settembre 2022 - 17:16 Comunicato 2885

Lo scialpinista, tre volte campione del mondo, ha svelato i segreti per un buon “passaggio di corda” e ha condiviso l’esultanza provata ogni volta che taglia il traguardo per primo
Festival dello Sport. Il "signore delle nevi" Michele Boscacci incontra le scuole

Lo scialpinista valtellinese Michele Boscacci è stato protagonista di un partecipato incontro con le scuole, oggi pomeriggio al Muse in occasione del Festival dello Sport. Il tre volte campione del mondo – vincitore tra le altre della Coppa del Mondo Overall e della Grand Course – ha raccontato come la passione per questo sport lo unisca al papà e al nonno e ha svelato i segreti per un buon “passaggio di corda”.
Festival dello Sport 2022: Muse “Il signore delle nevi” (Michele Boscacci, scialpinista)

Per il campione valtellinese Michele Boscacci, lo sci alpinismo è una passione di famiglia. Ad avviarlo a questo sport – all’età di cinque anni – fu infatti nonno Umberto, che lo accompagnava a vedere le gare di papà Graziano, a sua volta un grande atleta.

Ospite oggi al Festival dello Sport di Trento nel talk “Il Signore delle Nevi” al Muse, moderato da Silvia Guerriero, Boscacci spiega: «Lo sci alpinismo è esploso da poco, ma in realtà si tratta di una disciplina antica, che risale all’epoca in cui gli impianti di risalita non esistevano e perciò per farsi una sciata bisognava scalare la montagna con l’ausilio delle pelli di foca».

Ad ascoltarlo assorti anche un gruppo di ragazzi delle scuole medie e superiori, a cui il tre volte campione del mondo ha svelato i segreti per un buon “passaggio di corda”.

Nello sci alpinismo, infatti, esistono sia gare individuali che in pattuglia, dove – inizialmente per una questione di sicurezza e ora per tradizione – i terzetti di atleti vengono legati tra loro con una corda, come nel trofeo Mezzalama in Valle d’Aosta.

«Per riuscire in questo tipo di gare – continua Boscacci – bisogna essere particolarmente sintonizzati, soprattutto nella discesa, quando più che discesisti sembriamo dei funamboli».

Il campione ha infine confessato come all’età di 32 anni non sia sempre facile competere con ragazzi via via più giovani e ha rivelato che per lui il momento di gloria più significativo è l’arrivo al traguardo, quando alza le braccia al cielo consapevole di aver portato a casa una nuova gara.

Una raccomandazione, infine, per tutti coloro che si avvicinano agli sport invernali per la prima volta: «Affidarsi sempre a una guida esperta».

(mdc)


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