
A confrontarsi sul tema saranno le seguenti voci autorevoli: Mario Bonaccorso, direttore del Cluster SPRING e fondatore del blog Il Bioeconomista, uno dei principali riferimenti europei sul tema; Raffaele Farella, dirigente del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con oltre 20 anni di esperienza nel campo delle politiche pubbliche rivolte allo sviluppo della competitività, all’innovazione e all’internazionalizzazione delle imprese; Diana Lenzi, presidente della Fondazione Farming for Future e imprenditrice agricola, impegnata nella promozione di sistemi produttivi sostenibili a livello europeo; Silvia Silvestri, ricercatrice responsabile dell’Unità Bioeconomia della Fondazione Edmund Mach, che presenterà i progetti FEM dedicati alla valorizzazione delle biomasse di scarto e di rifiuto e alla chiusura dei cicli produttivi, in linea con l’obiettivo “zero waste”.
Bioeconomia motore per la crescita sostenibile
La bioeconomia circolare è oggi un motore chiave per la decarbonizzazione, la rigenerazione degli ecosistemi e la competitività sostenibile delle aree rurali e marginali. Al centro del panel il potenziale di questo modello per trasformare le biorisorse in energia, fertilizzanti di qualità e composti chimici di interesse industriale, creando filiere virtuose e nuove opportunità per il tessuto produttivo locale e nazionale. E’ tuttavia necessario qualificare la bioeconomia quale obiettivo fondante delle politiche e degli investimenti pubblici di settore, dando seguito concreto a quanto prospettato nella strategia nazionale per la bioeconomia.
L’impegno della FEM per una bioeconomia al servizio dei territori
La Fondazione Edmund Mach è in prima linea in progetti di ricerca e sviluppo, che hanno come oggetto di studio numerose tipologie di scarti organici e sottoprodotti. Attraverso l’integrazione di processi e tecnologie di trattamento, e con un approccio di bioraffineria “in cascata”, si perseguono molteplici obiettivi quali l’estrazione di molecole ad alto valore aggiunto, la produzione di energia rinnovabile e di biocombustibili, l’ottenimento di fertilizzanti di qualità, ricchi di nutrienti e sostanza organica. Un ambito di ricerca fondamentale riguarda il suolo, in particolare l’interazione tra differenti fertilizzanti organici e suoli agrari e gli effetti sui consorzi microbici, sulla dinamica dei nutrienti, sullo stoccaggio del carbonio e sulle emissioni di gas climalteranti.
Grazie alla collaborazione con imprese agricole, aziende del settore e associazioni di categoria, sostiene la realizzazione di casi concreti di economia circolare, come la produzione di biometano da rifiuti organici differenziati alla fonte, compost per uso agronomico e l’impiego in campo di fertilizzanti di recupero in sostituzione di concimi di sintesi, in linea con la strategia europea “farm to fork”.
Parallelamente, l’ente è impegnato in azioni di formazione e divulgazione, con l’obiettivo di avvicinare studenti, imprenditori, amministratori e cittadini ai principi della bioeconomia e stimolare un cambiamento culturale diffuso e consapevole.