
“Una comunità che non sappia esprimere un originale racconto di sé stessa, che non riesca a produrre un significato – spiega Luca Faoro, curatore della Mostra e conservatore del Museo - smarrisce la possibilità di disegnare il proprio futuro, mentre, in un contesto globale complesso e mutevole, segnato dal cambiamento climatico, dall’instabilità politica, dalla rapidità dell’evoluzione sociale, p[rep]otenti modelli culturali spingono all’omologazione. I luoghi dell’etnografia, testimoni di una cultura materiale e immateriale che ha consentito alle comunità alpine di provvedere ai propri mezzi di sussistenza negoziando un precario equilibrio tra le limitate risorse disponibili e le esigenze della popolazione, possono e devono rappresentare il laboratorio ideale e reale in cui passato e presente s’incontrano per immaginare un futuro”.
“Abbiamo fortemente voluto il coinvolgimento del METS negli eventi BITM – dice il vicepresidente di Confesercenti de Trentino, Massimiliano Peterlana. Quest’anno il Festival si occupa dei grandi cambiamenti che stanno interesseranno tutti i segmenti della nostra società, compreso l’ambito turistico. Il territorio in tali contesti è ovviamente messo alla prova. Con questa mostra proveremo a raccontare come il nostro territorio in questi anni si è mosso e come ha cambiato il suo aspetto. La mostra è un riferimento, un punto di partenza, anche per capire quale sarà il futuro”.