Sabato, 27 Maggio 2023 - 11:54 Comunicato 1596

Nord Africa e Medio Oriente pronti a triplicare l'energia rinnovabile
Energia, industria, ambiente: Mediterraneo strategico per l'Italia

Il futuro delle risorse rinnovabili, ma anche logistica, scambi e trasporti, al centro dell'attenzione stamattina in sala Falconetto a Palazzo Geremia, nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento. Economisti, docenti, ricercatori ed esponenti politici si sono confrontati su temi di stretta attualità. Il Mediterraneo ha assunto un ruolo centrale per l'Italia, ma da parte di tutti i relatori è stato confermata la necessità di più azioni concrete in sinergia con l'Europa. La pandemia e la crisi Russia-Ucraina hanno infatti avviato l’accorciamento delle filiere europee e spostato il baricentro verso il Mediterraneo, che ha assunto una crescente centralità negli scenari economici, energetici e politici. È in quest’area che passerà una parte rilevante della riconfigurazione degli equilibri geopolitici del pianeta. La cooperazione tra l’Europa e i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente sarà quindi determinante per affrontare le sfide future, con la costruzione di una nuova partnership basata sulla produzione e l’importazione di energie rinnovabili. Senza la quali sarà difficile raggiungere gli obiettivi di carbon neutrality che l’Ue si è imposta
FESTIVAL DELL'ECONOMIA Energia, industria, ambiente: il triangolo strategico del Mediterraneo Nella foto: Alessandra CAPOZZI, Gregorio DE FELICE, Patrizia TOIA, Valeria NEGRI, Giorgio PRODI, Massimo DEANDREIS Data 27 maggio 2023 Luogo: PALAZZO GEREMIA, Sala di Rappresentanza [ Alessandro Eccel - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Grande partecipazione all'incontro dal titolo: “Energia, industria, ambiente: il triangolo strategico del Mediterraneo”. Moderati da Alessandra Capozzi, giornalista, Il Sole 24 Ore Radiocor, sono intervenuti: Massimo Deandreis, presidente, GEI - Associazione Italiana Economisti d’Impresa, Gregorio De Felice - Chief Economist Intesa Sanpaolo, Valeria Negri - vicepresidente GEI, direttore Settore Centro Studi, Territorio e Ambiente di Assolombarda, Giorgio Prodi- BBS director of Asia and Pacific relations, Università di Ferrara, Patrizia Toia - vicepresidente della Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo.

Massimo Deandreis, presidente GEI ha ribadito come energia, industria e ambiente sono tre ambiti interconnessi. "Il Mediterraneo da periferia sta diventando strategico nell'economia globale. Il tema dell'energia è sicuramente più centrale rispetto al passato, in seguito alla guerra. Per questo si sta innescando un nuovo dialogo, anche sul futuro delle rinnovabili. Il 30% della manifattura si sposta oggi nel Mediterraneo, i porti stanno diventando sempre più hub energetici. E' giusto distinguere però tra i vari Paesi di quest'area così vasta, ma si possono fare investimenti anche in zone più complesse. In un anno siamo passati all'inversione dei flussi dei gasdotti, con Italia che diventa punto di partenza verso il resto dell'Europa, non solo punto d'arrivo com'era nel passato. Lo stesso vale per i porti, con Trieste che smista materie prime verso tutta l'Europa. Fare investimenti significa quindi alimentare catene di sviluppo, dando anche una risposta al tema dei flussi migratori, nel caso dell'Africa".

Gregorio De Felice, economista di Intesa Sanpaolo ha precisato: “Gli ultimi dati della International Energy Agency evidenziano che la crescita della capacità rinnovabile nel Nord Africa e nel Medio Oriente dovrebbe triplicare nel periodo 2022-2027 rispetto al quinquennio precedente, raggiungendo i 45 GW di nuove installazioni, soprattutto grazie al solare. A lungo termine la svolta arriverà dall'idrogeno 'verde', che potrà essere prodotto proprio grazie all’energia solare e importato anche con i gasdotti già esistenti. Le sfide comuni potranno trasformarsi in opportunità, nel reciproco interesse e in un’ottica win-win per i Paesi a nord e per quelli a sud del Mediterraneo. L'area è sempre più centrale non solo per l’energia, ma anche per portualità e logistica, fattori chiave per la competitività. Il bacino è un sistema economico in espansione, dove passa il 30% del commercio mondiale di petrolio e gas e dove si concentra il 27% del traffico marittimo di container. Re-shoring, near-shoring e friend-shoring sono parole e concetti sempre più ricorrenti nell’agenda politica europea e hanno generato un cambio di paradigma per la logistica, che assume un ruolo essenziale nel favorire l’integrazione tra nord e sud del Mediterraneo in alcune filiere produttive”.

Valeria Negri, vicepresidente GEI, ha portato al tavolo una visione ancora più concreta che proviene dal territorio, dalla Lombardia in particolare. “Su più di 500 imprese coinvolte – ha detto - da una nostra indagine, è emerso che il tema delle rinnovabili è fondamentale per il futuro. Piena consapevolezza che esiste, però le azioni concrete faticano a concretizzarsi. Il sistema si sta certamente muovendo, ma c'è bisogno di una spinta in più. Il Mediterraneo è da sempre fonte di grandi opportunità, con potenzialità in tutti i settori. Da un punto di vista delle imprese le opportunità sono soprattutto economiche”.

Giorgio Prodi, BBS director of Asia and Pacific relations, Università di Ferrara, ha sottolineato invece: “Mentre gli operatori asiatici stanno investendo a lungo sul gas, gli operatori europei lo fanno molto meno, aspettando nuovi sviluppi futuri. Certamente questa fase ha bisogno di investimenti. C'è bisogno sicuramente del Mediterraneo, ma ogni investimento dei privati diventa molto complesso per alcune situazioni politiche locali. I dati dell'Italia degli ultimi mesi sono positivi, ma il quadro non è ancora completo. Sulla ceramica ad esempio – strettamente legata all'Ucraina – molte aziende hanno reagito bene dopo la guerra, altre molto meno. C'è bisogno di nuove politiche e nuovi investimenti”.

Proprio per questo diventa fondamentale il coordinamento dell'Europa come conferma anche Patrizia Toia. "La strada è questa, va chiarito però come ci si arriverà, con quali strumenti e quali strategie. L'accelerazione sulle rinnovabili c'è stata sicuramente, ma è importante fare di più. Italia ed Europa guardano al Mediterraneo con grande interesse, come area strategica di sviluppo futuro".

De Felice ha evidenziato inoltre l'importanza del dialogo per trovare nuove soluzioni: “È auspicabile che l’Europa si impegni a sostenere il processo di cooperazione con il Nord Africa lanciando un Green New Deal. Spinta agli investimenti, soprattutto nel settore privato con strumenti come le Zone Economiche Speciali, impegno sulla transizione verde e digitale, sullo sviluppo di grandi infrastrutture e sulla creazione di posti di lavoro sono le direttrici su cui l’Ue può intervenire per avviare nuove strategie globali con l’Africa, riacquistando competitività rispetto alla Cina, creando sviluppo e occupazione locali che potrebbero mitigare i flussi migratori causati anche dalla cronica mancanza di lavoro. L’Italia, soprattutto il suo Mezzogiorno, è centrale in questo disegno per posizionamento geografico, logistica e ruolo del sistema manifatturiero”.

La chiusura dell'incontro è toccata alla vice presidente Toia che ha ricordato l'importanza di un approccio organico su questi temi. "Per questo – ha concluso -, in Europa si sta lavorando intensamente alle regole per un nuovo mercato dedicato al biometano, ma anche sul settore elettrico e sulle fonti rinnovabili, con molte altre azioni specifiche, che porteranno certamente importanti ricadute per gli Stati membri".

(Cz)


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