
Secondo gli ultimi accertamenti, il distacco più consistente è avvenuto nella notte tra sabato 26 e domenica 27 luglio, alle ore 2.36. L’evento è impresso nei grafici dei sismografi, dove è indicato l’esatto orario del crollo che è stato percepito dalla strumentazione anche a 50 chilometri di distanza. Intanto, proseguono i piccoli crolli dalla parte sommitale della montagna che si sta aprendo “a fiore”. In base al modello tridimensionale che è stato elaborato, la massa totale potenzialmente instabile della cima è stimata in circa 700mila metri cubi, sebbene non si prevedano crolli dell’intero versante. Gli ultimi approfondimenti tecnici hanno consentito inoltre di quantificare il volume di roccia crollato, pari a circa 36mila metri cubi. Il distacco ha interessato in particolare il versante sud-ovest della cima, che presenta ora una struttura in progressiva evoluzione.
Il Servizio geologico, in collaborazione con il Nucleo droni del Corpo permanente dei Vigili del fuoco di Trento, proseguirà il monitoraggio intensivo di Cima Falkner, in modo da raccogliere ulteriori elementi rispetto ai movimenti della roccia. Il quadro geologico indica un progressivo deterioramento della stabilità, aggravato anche dalla degradazione del permafrost.
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