
“Per tanti anni i sistemi di welfare hanno considerato la persona con disabilità come un soggetto da aiutare e da assistere; un meccanismo che oggi andiamo a scardinare, immaginando di dare risposte molto diverse e soprattutto di superare le frammentazioni tra la parte sanitaria e quella sociale. II mondo è cambiato, sono cambiate le prospettive e dobbiamo tenere conto che servono interventi individuali e piani mirati da sviluppare in un contesto che deve essere sempre più integrato dal punto di vista dei servizi, della presa in carico, delle opportunità e dei progetti per la persona con disabilità e per la sua famiglia” Con queste parole della Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli si è aperto stamattina a Rovereto nella sala conferenze del MART il convegno dedicato alla Riforma della disabilità organizzato da Consolida con le cooperative sociali Impronte, CS4, Eliodoro, Grazie alla Vita, GSH, Incontra, Laboratorio Sociale, La Rete e in collaborazione con il Comune di Rovereto e la Fondazione Franco Demarchi e il sostegno di Cassa Rurale AltoGarda e Rovereto. Un appuntamento pensato per approfondire le nuove norme, ma soprattutto per avviare un dialogo rispetto alla loro attuazione, a partire dalla sperimentazione che avverrà in alcuni territori compreso il Trentino, prima dell’entrata in vigore su tutto il territorio nazionale.
“La riforma ci pone di fronte ad una grande sfida trasformativa – ha affermato Francesca Gennai, Presidente del consorzio Consolida. Tre gli elementi centrali, innanzitutto il linguaggio: perché un lessico povero finisce per disabilitare le persone e chiudere i contesti; l’uguaglianza: dobbiamo stare attenti a che l’applicazione della riforma non generi nuove discriminazione legate ai contesti territoriali o alle condizioni socio-economiche e culturali. Infine, l’integrazione: serve collegialità e un percorso di co – progettazione che coinvolga l’ambito sanitario, sociale ed educativo e che parta dalla ricognizione delle risorse, delle competenze, dei modi di lavorare, degli assetti organizzati necessari a sostenere il riorientamento”.
“La disabilità non è della persona, ma investe tutta la famiglia – ha ricordato Roberto Cazzanelli, raccontando la sua esperienza di padre di un figlio con disabilità -. “Famiglia che a volte rischia per iperprotezione di sostituirsi alla persona con disabilità e va quindi aiutata in questo percorso”.
Giorgia Sordoni, Vicepresidente di Confcooperative Marche che ha partecipato al percorso ministeriale di elaborazione della riforma ne ha illustrato alcuni degli articoli che definiscono il percorso semplificato della valutazione di base, quindi la valutazione multidimensionale che porta al Progetto di vita sottolineando come la titolarità sia della persona con disabilità.
“Ma quello che occorre cambiare per primo – secondo Giovanni Merlo, Direttore Ledha Lombardia è il punto di partenza dei sistemi di welfare che deve diventare i diritti delle persone: “fino ad oggi non abbiamo fatto i progetti di vita, ma piani di intervento. Dare spazio ai desideri delle persone con disabilità significa riconoscere loro anche il diritto di scegliere, di sbagliare e la responsabilità”.
Il convegno prosegue nel pomeriggio con un approfondimento sul Progetto di Vita e vedrà gli interventi di Roberto Franchini, Docente Università Cattolica del Sacro Cuore; Marco Bollani, Direttore cooperativa Come NOI e Lorenzo Minacapelli, testimone percorso di accompagnamento, moderati da Sabrina Berlanda e Alba Civilleri, Ricercatrici Fondazione Franco Demarchi