
“La lunga sosta sui lieviti arricchisce il vino di struttura e complessità, ne affina la bollicina e regala eleganza”, hanno spiegato i due relatori. Va comunque detto che non basta attendere: “Servono grandi uve e un territorio che lo permetta. In Trentino questo è possibile, grazie all’altitudine, alle escursioni termiche e all’acidità naturale che mantengono i vini freschi, dinamici e longevi” sono state le parole di Anesi e Filippi.
La degustazione ha sottolineato come la pratica dell’affinamento lungo, spesso oltre i limiti previsti dal disciplinare, sia uno dei tratti distintivi del metodo classico trentino, capace di distinguere le bollicine di montagna nel panorama internazionale. Il pubblico ha così potuto scoprire come dietro ogni sorso di Trentodoc a lunga maturazione ci sia un equilibrio che il tempo non logora. Anzi, lo esalta.
Il Trentodoc Festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato dall’Istituto Trento Doc con Trentino Marketing, in collaborazione con Corriere della Sera e il contributo attivo della filiera dell’accoglienza. Il programma completo del festival è consultabile su www.trentodocfestival.it e sull’app ufficiale Trentodoc.
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