
Aldo Bonomi, founder director Aaster, ha evidenziato come vada ricostruito il tessuto sociale nei luoghi dell'abbandono, nei comuni polvere. "Solo le cooperative - ha detto - possono ricostruire il tessuto dei servizi. Senza questa cura vengono giù le aree interne. Le cooperative sono quelle che tessono i servizi. Stanno in mezzo ad alcuni nodi fondamentali: turismo, digitale, integrazione, inverno demografico. Confcooperative fa società e lo dimostra in questo festival di Trento. È la voce di chi sta in mezzo e viene messa in mezzo".
E bisogna fare i conti anche con il cambiamento climatico in atto, come evidenzia Anna Manca, presidente Confcooperative Liguria. "In Liguria - commenta Manca - 250mila persone vivono nelle aree interne. Territori difficili, dove fino a 100 anni fa si faceva agricoltura, c'era un equilibrio tra città e aree interne, la presenza degli agricoltori garantiva la manutenzione del territorio. Oggi sono aree quasi desertificate, dove vengono meno i servizi e si assiste al dissesto idrogeologico. Le cooperative hanno una funzione riparatoria in queste zone, perché rispondono ai bisogni e ricompone le fratture. Sono imprese, ma anche un presidio sociale importante per chi resta sul posto".
Infine, per Irene Bongiovanni, presidente Confcooperative Cultura Turismo e Sport, "i cammini sono stati grandi attivatori di opportunità. Le cooperative sono nate sul percorso dei cammini, portando sviluppo in queste aree. Anche la cultura è un attivatore di sviluppo. Ma servono nuovi modelli, serve definire strumenti e buone pratiche, come il partenariato pubblico sociale, perché possano crearsi nuove opportunità. Le cooperative hanno i sé tutti gli strumenti per riuscirci".