L’incontro si è aperto nell’incubatore green Progetto Manifattura dove, assieme alla direttrice dell’Area Attrazione Imprese Monica Carotta e al direttore generale di Trentino Sviluppo Paolo Pretti, si è parlato del sistema Trentino dell’innovazione.
Tante le domande e le opportunità di sviluppo di nuove partnership e reti, rese possibili dalle analogie tra territori. Già consolidati, per esempio, i legami tra l’industria lagarina e il settore della meccanica negli stati brasiliani di Rio Grande do Sul e Santa Catarina, dove l’emigrazione trentina fu così forte da nominare una città “Nuova Trento”. Interessante,
invece, in Argentina, il comparto della digitalizzazione e dell’informatica, mentre per quanto riguarda l’Europa e il Nordamerica ci si è concentrati sull’ambito delle startup e sugli scenari per far rientrare i cosiddetti “cervelli in fuga”.
Il dibattito è poi proseguito con la testimonianza dell’imprenditore brasiliano Magner Steffens, che sei anni fa ha deciso di trasferirsi a Rovereto e di aprire in Polo Meccatronica la sede europea della sua azienda Audaces, attiva nell’ambito della produzione di macchinari e software personalizzati per l’industria della moda.
La visita si è conclusa con una visita alla Campana dei Caduti accompagnati dal vicereggente Vincenzo Saiani e con il saluto del sindaco di Rovereto Francesco Valduga, che ha detto: «Mi ha fatto particolarmente piacere poter accogliere i Consultori alla Campana della Pace, un luogo emblema di incontro tra popoli, in un tempo che ha confermato quanto sia importante il dialogo e il confronto, ma anche lo scambio di buone pratiche. Il Colle di Miravalle non è solo un simbolo, ma un nodo focale per il Centro di Cooperazione Internazionale, che noi come Comune sosteniamo convintamente anche perché siamo consapevoli che le sfide globali si possono vincere solo se si agisce bene nel locale.
L’incontro con i Consultori ha avuto una duplice valenza, ovvero quella per i discendenti dei Trentini emigrati che hanno la possibilità di scavare nel loro passato e al contempo quella di indurre noi a farlo. Attraverso una storia fatta di fatica, di rinunce ma anche di competenza e forza di volontà, gli emigranti trentini nel mondo hanno raggiunto un proprio riscatto e hanno permesso quello di chi è qui rimasto. Conoscere il nostro passato ci consente di affrontare il futuro e l’auspicio è che queste relazioni si facciano sempre più intense, in un cammino condiviso di crescita».
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