
“L’obiettivo della Provincia autonoma di Trento è di creare un ecosistema digitale amministrativo che sia efficiente, integrato e interoperabile – ha affermato Achille Spinelli, Vicepresidente della Provincia e Assessore allo sviluppo economico, lavoro, famiglia, università e ricerca – e in questo senso abbiamo già attivato diversi progetti grazie a fondi della programmazione europea e PNRR. Guardiamo alla semplificazione e alla velocità come veri valori. Ma guardiamo con grande favore e accompagniamo progetti importanti sul nostro territorio, come quello di Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler relativo a una infrastruttura – una vera “miniera” – che renderà i nostri dati ancora più sicuri, ampliando capacità di calcolo e possibilità di fare ricerca ”.
Ad aprire gli interventi è stato Roberto Viola, Direttore Generale della DG CONNECT (Direzione Generale Comunicazione, Reti, Contenuti e Tecnologie) della Commissione Europea: “Tecnologie emergenti come il cloud-edge computing, l’IA e il 5G e 6G, aprono le porte ad enormi opportunità, ma comportano anche sfide significative per garantire la cybersicurezza. Gli investimenti e le normative UE sulla sicurezza delle catene di approvvigionamento basate su fornitori affidabili, sulla certificazione dei prodotti e sulla protezione delle nostre infrastrutture più importanti spianano la strada ad un futuro tecnologico sicuro”.
Esistono infrastrutture pubbliche digitali – ad esempio quelle sviluppate da PagoPA con il suo sistema di pagamento o l’app IO – che sono utilizzate quotidianamente da milioni di cittadini e migliaia di enti. Alla base di questi ecosistemi c’è una visione strategica incentrata sull’interoperabilità, sulla modularità delle soluzioni, sull’usabilità e, soprattutto, sulla sicurezza. Questo è quanto ha spiegato Maurizio Fatarella, Direttore Generale di PagoPA, raccontando l’arrivo di un nuovo strumento: l’IT-Wallet, il portafoglio digitale italiano, pensato non solo per semplificare l’accesso ai servizi, ma anche per rafforzare l’identità digitale e la protezione dei dati personali, con benefici evidenti in termini di sicurezza e tutela della privacy.
Anche l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS) gestisce servizi digitali critici per la vita del cittadino e del Paese e sta lavorando alla definizione e alla realizzazione della nuova piattaforma di identità digitale, nell’ottica della sicurezza interoperabile e della centralità del cittadino. Nel progetto IT-Wallet, ha spiegato Andrea De Maria, Innovation manager per IPZS, l’istituto contribuisce con la creazione e la gestione delle componenti del sistema che garantiscono sicurezza, affidabilità e integrabilità con le infrastrutture esistenti, fornendo ai cittadini un controllo consapevole sulla propria identità digitale.
Ma dietro a questi sistemi c’è sempre un enorme lavoro di ricerca tecnico-scientifica, oggetto di studio del Centro Cybersecurity della Fondazione Bruno Kessler. Il Direttore Silvio Ranise, Professore Ordinario dell’Università di Trento, ha infatti messo in luce le principali vulnerabilità che caratterizzano gli ecosistemi digitali complessi, oggi sempre più pervasivi e interconnessi. “Rendere questi sistemi affidabili richiede un lavoro coordinato su almeno tre livelli: identità digitale, protezione dei dati e affidabilità dell’intelligenza artificiale”. Sul primo fronte, è importante adottare un approccio “zero trust” nella gestione dell’identità: ogni richiesta di accesso, sia essa di un utente o di un sistema, deve essere esplicitamente verificata. La delicata fase di emissione delle credenziali digitali, ad esempio nel caso dei wallet europei per la gestione dell’identità digitale, rappresenta un punto di vulnerabilità strategica e necessita di garanzie crittografiche forti. Occorre poi bilanciare facilità d’uso e sicurezza, implementando misure che rendano questi servizi resilienti. E infine il lavoro di protezione dei dati per garantire trasparenza ed accuratezza dei risultati.
“La Fondazione Bruno Kessler – ha concluso Ranise – ha istituito al suo interno un laboratorio congiunto sulla cyber-sicurezza, per accrescere l’impatto pratico della propria ricerca e allo stesso tempo migliorare la propria postura di sicurezza e guidare la trasformazione per la conformità alla direttiva europea NIS2 supportando le organizzazioni trentine, nazionali ed internazionali”.
A riportare la prospettiva delle imprese che operano nel settore della sicurezza IA è stato Matteo Meucci, CEO di Synapsed, che ha condiviso i risultati di uno studio recentemente condotto su dieci modelli di intelligenza artificiale generativa, tutti rivelatisi vulnerabili a diverse forme di attacco. Meucci ha evidenziato quanto l’IA, pur promettendo enormi benefici, necessiti di un quadro operativo rigoroso, in cui le organizzazioni siano in grado di testare, monitorare e correggere attivamente i propri sistemi.
E dunque, non può mancare la parte regolatoria e legale: l’avvocato Andrea Lisi ha spostato l’attenzione sulle implicazioni giuridiche e politiche della gestione delle infrastrutture digitali, specie quando affidate a soggetti esterni, spesso extraeuropei. Lisi ha sollevato il rischio di una eccessiva frammentazione normativa, suggerendo un ritorno ai fondamentali: mettere al centro il dato, inteso non solo come risorsa tecnica ma come bene politico e culturale. Servono quindi formazione continua, alfabetizzazione digitale dei cittadini e nuove figure professionali capaci di coniugare diritto, etica, tecnologia e governance.
Affrontare la fragilità delle infrastrutture digitali è quindi possibile, con uno sforzo collettivo che abbracci competenze tecniche, capacità regolatorie, visione strategica e sensibilità sociale in una governance condivisa.