Lunedì, 28 Febbraio 2022 - 18:01 Comunicato 521

Lo studio presentato a categorie economiche e sindacati. Fugatti: giusto valutare il ritorno per l’economia del nostro territorio
Collegamento Valdastico nord-A22, ecco l’impatto sulla ricchezza del Trentino

“Questo studio, commissionato ad una società specializzata attraverso Trentino sviluppo, è stato richiesto dalla Giunta provinciale per cercare di capire cosa potrebbe portare al territorio l’ipotesi di allacciamento A31 Valdastico nord con l’A22. È un documento utile per il dibattito, riguardo ad un investimento che - va ricordato - alla Provincia non costa nulla e sul quale l’Amministrazione provinciale non mette risorse proprie, ma che allo stesso tempo potrebbe avere un ritorno importante sul nostro tessuto economico, sociale e turistico. Giusto quindi assieme a tutte le valutazioni necessarie di tipo urbanistico, ambientale, geologico, esaminare anche l’aumento potenziale di ricchezza per il Trentino”. Così il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha introdotto il documento di “Analisi economica e sociale dell’allacciamento A31 Valdastico nord-A22 del Brennero”, realizzata da Trentino sviluppo assieme alla società di consulenza PwC Italia. Lo studio è stato illustrato dal presidente, assieme all’assessore Achille Spinelli, al direttore generale della Provincia Paolo Nicoletti e al direttore di PwC Diego Artuso, agli stakeholder del territorio: categorie economiche, sindacati, Consiglio delle autonomie locali.
La presentazione dell’Analisi economica e sociale dell’allacciamento A31 Valdastico Nord-A22 [ Archivio Ufficio stampa PAT]

L’analisi di PwC Italia prende in esame gli effetti macroeconomici - in pratica l’incremento del Pil - connessi al secondo lotto del collegamento promosso dalla concessionaria autostradale, in particolare sul tracciato Pedemonte in provincia di Vicenza alla connessione A22 a Rovereto (mentre il primo lotto, interamente nel vicentino, va da Piovene Rocchette a Pedemonte).

Si evidenzia l’impatto di un’infrastruttura capace di rendere più competitivo il Trentino e di “avvicinarlo” a Veneto e Friuli Venezia Giulia. Generando oltre lo spostamento del traffico commerciale anche un incremento plausibile di arrivi e presenze turistiche dalle due regioni di circa il 20%, per un valore aggiunto di circa 84,5 milioni a favore del comparto dell’ospitalità trentina e dei settori collegati. In 16 anni, tempo che riassume i 7 anni dell’investimento-realizzazione dell’opera e i successivi 9 della gestione, il valore aggiunto complessivo generato dalla realizzazione dell’arteria raggiungerebbe i 5,2 miliardi. Ovvero 323 milioni l’anno, a cui vanno aggiunti quasi 80.000 posti di lavoro complessivi - quasi 5mila l’anno - nell’arco dei 16 anni.
Si calcola che la nuova infrastruttura consentirà una riduzione dei tempi di percorrenza di circa 20 minuti per i veicoli leggeri e di circa 25 minuti per quelli pesanti nella tratta Trento-Vicenza; oltre a una rimodulazione del traffico sull’A22 e una riduzione delle percorrenze sulle Strade Provinciali e sulla SS47 della Valsugana che beneficerà di un’importante riduzione quantificata fino al 55% per il traffico pesante con l’ipotesi della Vignetta per i camion.

Tre le variabili esaminate nell’analisi. La prima parte riguarda la costruzione dell’arteria nel periodo considerato. Valutando il volume dell’investimento stimato per le attività di realizzazione dell’opera, pari a 3,3 miliardi, per un impatto complessivo stimato nel 111% del suo valore - quindi 3,7 miliardi di euro - e un coinvolgimento di circa 59 mila ULA-Unità lavorative durante la realizzazione.

La seconda variabile considerata è l’impatto sociale ed economico legato alla variazione dei flussi di traffico turistici. La riduzione dei tempi di percorrenza di circa 20 minuti per i veicoli leggeri genererà anche un maggiore appeal turistico del nostro territorio.
Per effetto di questo “avvicinamento” con i territori confinanti si stima che in un anno di piena operatività la spesa turistica in Trentino crescerebbe di circa 73,7 milioni, generando un valore aggiunto complessivo di circa 84,5 milioni e coinvolgendo 1.633 unità lavorative.

Terza variabile osservata l’impatto economico derivante dalla possibile realizzazione a Rovereto di una piattaforma intermodale per il traffico terrestre non accompagnato, per lo spostamento delle merci dai camion provenienti da Padova e Vicenza sulla linea del Brennero che in prospettiva verrà quadruplicata. “Questa è un’eventualità tutta da valutare - ha precisato Fugatti -. In ogni caso può essere un’idea utile per favorire la mobilità sostenibile, consentendo di togliere i camion dalle strade e rafforzando la posizione di Rovereto come baricentrica nel trasporto intermodale, creando un polo complementare tra quello di Trento (specializzato nel trasporto ‘accompagnato’) e Verona”.

L’intervista al presidente Maurizio Fugatti

(sv)


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