Venerdì, 29 Maggio 2020 - 14:26 Comunicato 1156

Nel definire vincoli e misure per il contenimento della spesa si è tenuto conto dell’avvio del nuovo corso di laurea in medicina
Approvata l’intesa con l’Università degli Studi di Trento per gli obiettivi di finanza pubblica 2020

Le misure per la razionalizzazione e il contenimento dei costi dell’Università degli Studi di Trento, definite attraverso un'intesa che annualmente viene concordata su specifiche direttive provinciali, per l'anno in corso tengono conto dell’avvio del corso di laurea in medicina e chirurgia.
L'intesa approvata oggi dalla Giunta provinciale su proposta dell’assessore all’Università Mirko Bisesti, infatti, prevede deroghe specifiche sia per le assunzioni di personale sia per le spese per le locazioni degli spazi necessari all’avvio del nuovo corso di laurea, pur assicurando nel complesso il perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica.
Nel definire l’accordo, rimane in capo alla Provincia autonoma la garanzia nei confronti dello Stato che il sistema territoriale, di cui fa parte anche l’Università degli Studi di Trento, rispetti gli obiettivi per l’esercizio 2020, avendo la Provincia competenza esclusiva sulla determinazione delle misure di razionalizzazione e contenimento della spesa, idonee ad assicurare il rispetto delle dinamiche della spesa aggregata delle Amministrazioni pubbliche previsto a livello nazionale.

In sintesi, nell’intesa 2020, che si pone in continuità rispetto al passato, sono stati definiti i vincoli: per la gestione del personale, con esclusione delle nuove assunzioni legate all’avvio del corso di laurea in medicina e del personale impiegato per la gestione dell’emergenza Covid-19; per il contenimento di alcuni costi, tra i quali vi sono i costi di locazione da cui sono escluse le spese per gli spazi necessari all’avvio del corso di laurea in medicina; per la gestione del bilancio e dei tempi dei pagamenti.
Questo il dettaglio sui contenuti dei vincoli e degli obiettivi individuati per l’anno 2020:

Controllo dell’indebitamento e dell’equilibrio economico
L’Università non dovrà stipulare nuovi mutui o prestiti a medio/lungo termine e dovrà garantire l’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale del bilancio sia preventivo che consuntivo.

Limiti per il personale
L’intesa pone due obiettivi da rispettare contemporaneamente nella gestione del personale per l’anno 2020: il primo è numerico e riguarda le assunzioni a tempo indeterminato e a tempo determinato che può fare l’Ateneo, il secondo è di spesa, cioè l’ammontare massimo dei costi di personale sostenibile sul bilancio dell’Ateneo. Per quanto riguarda il primo obiettivo, l’intesa distingue tra assunzioni a tempo indeterminato e determinato. L’Ateneo può assumere a tempo indeterminato un numero di posizioni pari a quelle cessate nel corso dell’anno precedente. Oltre ad un turn over del 100%, l’Ateneo può assumere a tempo indeterminato ulteriori unità di personale nei casi elencati dall’Intesa (tra i quali: il personale necessario per l’avvio di medicina, la stabilizzazione di 3 unità di personale, il personale tecnico di supporto alla didattica e ricerca). Almeno il 40 per cento delle assunzioni di professori di ruolo nel periodo 2019-2021 dovrà essere impegnato per la chiamata di persone che nell’ultimo triennio non hanno prestato servizio, o non sono stati titolari di assegni di ricerca, o non sono stati iscritti a corsi universitari, presso l’Ateneo. Per quanto riguarda le assunzioni a tempo determinato, come l’anno scorso, il contingente complessivo del personale tecnico - amministrativo deve rimanere invariato (fatte salve le stabilizzazioni autorizzate). Sono escluse dal limite l’assunzione di personale impiegato per la gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19, le sostituzioni di personale assente a vario titolo con diritto alla conservazione del posto, le assunzioni finanziate da soggetti esterni alla Pat. Le assunzioni, a tempo indeterminato e determinato, devono garantire il rispetto del limite di spesa: il rapporto tra costo del personale ed entrate correnti deve rimanere al di sotto del 70%. Per entrate correnti si intendono i finanziamenti provinciali per la quota base e le tasse e contributi universitari. Finora l’andamento del vincolo di spesa è rimasto ampiamente sotto al 70% previsto (a titolo di esempio, nel 2018 si è superato di poco il 59% e nel 2019 è intorno al 62%). L’intesa conferma, inoltre, le indicazioni già presenti lo scorso anno in merito ai rinnovi dei contratti collettivi del personale tecnico amministrativo e dirigente.

Contenimento dei costi e tempi di pagamento
Per i costi comuni, come ad esempio per servizi, materiali di consumo, ammortamenti e oneri vari di gestione, si prevede il mantenimento di un rapporto uguale o inferiore al 15% rispetto al totale delle entrate dell’Ateneo. Per le locazioni di beni immobili è stato previsto un limite di spesa pari a 500 mila euro, fatta salva l’acquisizione di nuovi spazi destinati agli studenti e a quelli necessari per la costituzione della scuola di medicina.
Un nuovo indicatore annuale dei tempi di pagamento stabilisce che l’Ateneo debba garantire tempestività dei pagamenti dei fornitori, nella media di 28 giorni dalla data di arrivo della fattura al sistema di interscambio (SDI).

Spesa in ricerca, alta formazione e investimenti
Questo vincolo ha l’obiettivo di qualificare la spesa dell’Ateneo, prevedendo che il peso dei costi dell’attività istituzionale sostenuti per la didattica e la ricerca rimanga intorno al 65% dei costi generali.

Condivisione dei servizi con le “società di sistema provinciale”
Ove sussistono condizioni di efficacia, economicità e standard compatibili, l’Ateneo dovrà avvalersi dei servizi offerti dalle agenzie e dagli enti strumentali della Provincia. Per acquisti di beni e forniture omogenei di importo pari o superiore alla soglia comunitaria, finanziati da risorse provinciali, l’Ateneo dovrà avvalersi delle convenzioni sottoscritte dall’Agenzia provinciale per gli appalti e i contratti (APAC) e degli strumenti del mercato elettronico provinciale. Fuori da questi casi e per i contratti connessi all’attività di ricerca scientifica non standardizzati e non aggregabili, l’Università è autorizzata ad effettuare autonome procedure di gara anche per importi pari o superiori alle soglie comunitarie.

 
 
(sil.me)


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