
“Puntando sul politicamente e sul grammaticalmente scorretto, il linguaggio politico trasforma il paradigma del rispecchiamento (votami perché parlo come te) in uno specchio deformante (votami perché parlo come te quando sei in preda alla rabbia e al rancore). È questa la volgare eloquenza che sta dominando, negli ultimi anni, la politica italiana”.
Nell’epoca della post-politica e della post-verità, o meglio, della politica e della verità ridotte a post sui social, occuparsi di linguaggio non è cosa solo per studiosi e accademici. La lingua è uno spazio che abitiamo, che disegna la nostra idea di mondo, che permette di esprimere chi siamo. È soprattutto una conquista che comincia fin da piccoli, quando si iniziano a emettere le prime sillabe o a scrivere su un quaderno le prime lettere. Poi le persone si dimenticano, soprattutto terminato il ciclo scolastico, di quella conquista così tanto sudata e mettono, nella maggior parte dei casi, poca cura nella lingua che usano tutti i giorni. Ma come diceva un famoso filosofo, se “i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”, un linguaggio politico limitato, che non sa andare oltre la propria pancia e la semplice eco dei discorsi che si sentono per strada o si leggono su internet, dà vita a una politica limitata, che non è capace di astrarre, di affrontare pensieri complessi, di immaginare soluzioni alle grandi sfide che il tempo presente pone. Allenare la lingua che parliamo e scriviamo tutti i giorni significa quindi allenare anche la democrazia e la nostra capacità di creare ponti tra comunità diverse.
Di tutto questo parlerà Giuseppe Antonelli, il noto linguista, professore universitario e divulgatore nei festival e nelle rubriche televisive di Rai 3, nell’incontro dal titolo Le parole della democrazia. Come il linguaggio può farsi politica, in programma lunedì 25 agosto alle 18 negli spazi delle Scuderie del Castello di Castel Ivano. Parole svuotate, slogan virali e opinioni scollegate dai fatti disegnano una regressione culturale. La lingua della politica non è nuova: è una veterolingua che parla alla pancia, spegne il pensiero critico e annulla il conflitto democratico. Dal “votami perché so più di te” siamo scivolati nel “votami perché parlo come te”. Ma quando il linguaggio rinuncia a pensare, la politica smette di trasformare la realtà e si limita a rifletterla, ripeterla e paralizzarla.
L’incontro con Giuseppe Antonelli è il decimo appuntamento della rassegna “Agosto degasperiano – Allenare la democrazia”, che finora ha visto tra i suoi protagonisti Lilian Thuram, Marco Aime, Serena Danna, Annalisa Camilli, Michele Ainis, Michela Ponzani, Silvia Bencivelli, Luigi Manconi, Gianfranco Astori. Lo precede l’incontro di sabato 23 agosto a Vigolo Vattaro con la scrittrice Francesca Melandri e seguirà l’incontro di giovedì 28 agosto a Civezzano con il sociologo Ilvo Diamanti.
Prenotazioni
L’incontro è a ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili. La prenotazione all'evento va effettuata sulla piattaforma Tickettailor al link raggiungibile dal sito della Fondazione www.degasperitn.it.
Info e contatti
Per assistenza o informazioni è possibile contattare il numero 0461.314845 o scrivere a eventi@degasperitn.it.
Streaming
La diretta dell’evento sarà disponibile sul canale YouTube della Fondazione.