Giovedì, 30 Novembre 2017 - 13:31 Comunicato 3225

Presentata la ricerca in Val di Fiemme, l'assessore Gilmozzi: "I Distretti fanno rinascere il senso di comunità"
Le reti virtuose dei Distretti famiglia e dei Piani Giovani

In che modo le reti familiari possono generare benessere anche ai fini economici? E quali sono le ricadute a livello territoriale? Se n’è parlato in occasione mercoledì pomeriggio all’Istituto La Rosa Bianca di Cavalese, incontro inserito nel Festival della Famiglia, titolo dell'appuntamento: "Network analysis: gli esiti della ricerca nel Distretto Val di Fiemme". Partendo dai risultati di una ricerca che prende a campione l’analisi della comunità dei Distretti famiglia e dei Piani Giovani, l’assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi ha lanciato importanti spunti di riflessione: “Le reti sono importanti non solo perché danno aiuto a chi ne ha bisogno, ma perché c’è l’esigenza di un senso di comunità che bisogna cercare di recuperare. Nella società di oggi si vive una situazione di maggiore isolamento e difficoltà verso la quale dobbiamo prestare maggiore attenzione. Il Distretto Famiglia può dare un senso alla vita comunitaria, è qualcosa di più di un mero sostegno economico o di un finanziamento, solo attraverso il 'fare rete' è possibile trovare un antidoto all’isolamento moderno".

“Un grazie particolare – ha proseguito l'assessore Mauro Gilmozzi - va quindi ai Distretti e a tutti coloro che  operano al loro interno, perché generano reti familiari e di solidarietà, sociali ed economiche delle quali vi è bisogno. Lavorare sulle politiche familiari è fondamentale anche per creare un contesto di vita e di benessere che contribuisca a mantenere le persone a vivere nelle valli. La famiglia non è solamente una questione privata, ma è una cosa pubblica perché genera relazioni di varia natura che si riverberano sull’intera collettività. Con l’esperienza del Distretto entra in gioco la capacità del territorio di creare capitale sociale”.
La ricerca presentata e curata da Luca Baldinuzzo e Claudio Gramaglia (“Evoluzione di una rete: l’analisi della comunità dei Distretti famiglia e dei Piani giovani), evidenzia proprio come queste reti siano di fondamentale importanza per lo sviluppo del territorio.
Claudio Gramaglia, psicologo di comunità e formatore, ha spiegato che “attraverso le tecniche della network analysis, sono state analizzate le modalità di collaborazione e i temi che hanno più aggregato i soggetti della rete". Fanno parte del campione analizzato il Distretto Val di Non, il primo a sperimentare la ricerca, il Distretto Alta Valsugana e Bersntol, il Distretto Vallagarina e anche un Piano giovani di zona, quello di Pergine e Valle del Fersina. Il Distretto Val di Fiemme è uno dei più longevi nel panorama provinciale (è nato nel 2010) nonché uno dei più ricchi di attività e organizzazioni partecipanti. Attualmente è il terzo distretto ad essere nato dopo quello della Val Rendena e della Val di Non, ma è già al secondo posto come numero di partner (91). La ricerca fa emergere anche altri concetti. Per esempio che quello della Val di Fiemme è un Distretto molto sportivo, soprattutto tra i giovani, attento a proporre servizi diffusi tra la comunità, che ne rafforzano il benessere e l’aspetto turistico. “Ci sono anche caratteristiche che accomunano tutti i Distretti del Trentino, come la decentralizzazione, la capacità di occuparsi dei bisogni e la co-progettazione – ha concluso Gramaglia - La coesione sociale è un punto sul quale è ancora necessario ancora lavorare, così come l’informazione ed il coinvolgimento della popolazione sul territorio”.
“I Distretti famiglia, sono nati dal basso su base volontaria e, all’inizio, quasi in via sperimentale. Oggi sono divenuti un circuito economico, educativo e culturale all’interno del quale i soggetti aderenti ri-orientano le loro azioni a favore della famiglia – ha spiegato Baldinazzo (TSM - Trentino School of Management) - Sono infrastrutture sociali che generano coesione sociale e sviluppo economico finalizzate alla crescita della natalità e del benessere familiare”. Realizzata nel corso del 2016, l’analisi fa emergere importanti elementi per valutare lo sviluppo delle reti di soggetti privati e pubblici che hanno scelto di orientare i propri servizi sul target famiglia, andando a promuovere il benessere familiare. I servizi e le strutture a misura di famiglia sono certificati con i marchi Family in Trentino e Family Audit, e l’iniziativa e l’autonomia giovanile vengono sostenute grazie al lavoro costante di una fitta rete di attori sul territorio. Tra questi i Piani giovani di zona, che raccolgono le proposte per il territorio per i ragazzi e le ragazze e si basano su una rete di soggetti pubblici e privati analoga e in parte sovrapposta a quella dei Distretti Famiglia. Dai primi tre Distretti attivati nel 2010, il territorio Trentino ha dato vita a 19 Distretti nel corso di pochi anni, coinvolgendo oltre 700 organizzazioni dal settore ricettivo alla pubblica amministrazione, dalle associazioni sportive agli enti educativi. In questa fase dell’attività dei Distretti per la famiglia, l’elemento centrale per gli amministratori è prendersi cura delle relazioni instaurate, assicurandosi che le reti rimangano forti e che possano continuare a crescere e generare welfare nei loro circoli virtuosi. La valutazione della rete serve proprio a fornire a chi governa le reti gli strumenti per riflettere sul lavoro fatto e cogliere spunti e suggerimenti per migliorare.

Guarda la video intervista con l'assessore Gilmozzi:

 

Riprese e interviste a cura dell'Ufficio Stampa



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