La nuova classificazione vede passare “a rischio basso” (in bianco sulla mappa) 34 comuni catastali; quelli che passano “a rischio medio” sono 16 (giallo) e infine passano “a rischio elevato” (rosso) 27 comuni catastali. La maggior concentrazione delle aree ad elevato rischio della pullulazione - ossia della diffusione - del bostrico è concentrata nel Trentino orientale: il più colpito da Vaia nel 2018.
Secondo quanto emerge dalle catture nella rete di monitoraggio della popolazione di bostrico e dall’andamento dei danni tra il 2019 (anno successivo alla tempesta Vaia) e il 2023, il raggiungimento del picco epidemico si è verificato nel 2022 e l’inizio della fase discendente nel corso del 2023. Un andamento che dovrà essere evidentemente confermato dalla prosecuzione del monitoraggio con il rilievo dei focolai e delle catture con speciali trappole (oltre 200 distribuite sul territorio) a cura del Servizio Foreste e dell’Ufficio Fitosanitario della Provincia autonoma di Trento. La diffusione del coleottero è infatti legata a fattori non prevedibili, quali schianti, siccità e temperature che possono modificare il comportamento della popolazione e favorirne la flessione o la recrudescenza.
Per quanto riguarda le potenziali ricadute di tipo idrogeologico, è stato aggiornato l’impatto delle aree gravemente danneggiate da Vaia e dal bostrico sui principali bacini idrografici. Appare in aumento la superficie danneggiata nel bacino dell’Avisio, che passa dal 13% al 15,5% e del Vanoi (dall’8% al 9,6%). L’aumento appare invece più contenuto sui bacini del Fersina (dall’11% al 12,1%) e del Cismon (dal 13% al 14,1%). Nel bacino del Brenta l’aumento della superficie di bosco gravemente danneggiata, si limita a passare dal 10% al 10,5%.
Prosegue dunque l’impegno del Servizio Foreste nell'eseguire i rimboschimenti. Inoltre il 24 novembre scadrà un apposito bando del valore di 450mila euro per la mitigazione degli effetti negativi del bostrico ed il ripristino delle aree danneggiate.