“Abbiamo ricordato al ministro che gli accordi che la Provincia ha preso con il Governo nel 2009 e nel 2014 erano importanti ed utili in una situazione ordinaria –ha detto ancora Fugatti, riferendosi in particolare al contributo del Trentino, stimato quest’anno in circa 430 milioni, per contribuire al risanamento dei conti pubblici dello Stato italiano - ma a fronte del calo previsto del nostro gettito fiscale di 400 milioni a causa del Coronavirus poter utilizzare quelle risorse per gestire le nostre competenze statutarie diventa per noi determinante. Ciò in virtù del meccanismo di finanziamento previsto dall’Autonomia speciale ma anche del fatto che gli equilibri di bilancio vigenti prima dello scoppio della pandemia sono naturalmente saltati. Speriamo di poter arrivare in breve di un accordo con il Governo in questo senso.
Riguardo all’utilizzo della leva del debito, c’è la possibilità che il Trentino possa ricorrervi, ma serve un passaggio formale in Parlamento. Ci sembra di avere riscontrato su questo punto una sostanziale condivisione di vedute con il ministro. Abbiamo parlato infine della situazione sanitaria e della situazione economica generale. Sul piano sanitario, il contagio si è ormai stabilizzato da 15-20 giorni, il che fa ben sperare riguardo alla possibile apertura di alcune attività – ristoranti, pizzerie, estetisti, parrucchieri e quant’altro - anche in anticipo rispetto al calendario nazionale, cioè prima del 1° giugno. Una ipotetica data è quella del 18 maggio. Crediamo che il Trentino, anche con l’apporto del Ministero e della Protezione civile nazionale, che ringraziamo, abbia oggi un’organizzazione sanitaria tale da garantire ai cittadini le cure che saranno necessarie, come avvenuto anche in queste settimane”.
“Siamo ancora alle prese con un’emergenza che nessuno avrebbe mai potuto immaginare – ha detto a sua volta il ministro - per quanto impatta sulla salute dei cittadini ma anche sulle regole sociali e l’economia. Abbiamo voluto con grande rigore proteggere le vite degli italiani, perché i numeri del contagio e dei decessi sono nomi, cognomi, vite, storie familiari. Il Governo ha portato il suo aiuto anche alle Speciali: abbiamo inviato qui oltre 32 ventilatori per le terapie intensive, 2 milioni di mascherine e molti altri dispositivi di protezione. Tutto quello che il Governo ha fatto per il Trentino è riscontrabile sul sito della Protezione civile. Ancora oggi il presidente Fugatti sa di potere contare su di noi. Il commissario Arcuri acquista su richiesta dei territori tutto quanto viene da essi richiesto ed è in grado di metterlo prontamente a disposizione Sono arrivati in Trentino anche 46 operatori sanitari fra medici, paramedici e quant’altro e 10 oss arriveranno nelle carceri nelle prossime ore. Questo è lo Stato, che ha dato un grande contributo anche a questi territori, con il supporto delle Forze armate e della Guardia di finanza, nel rispetto dell’Autonomia, che noi vogliamo tutelare e valorizzare. La prevenzione territoriale pubblica è la sfida futura e va rafforzata in tutta Italia. Dove ciò già avviene le cose funzionano meglio. Tutti noi vogliamo tornare alla vita che facevamo prima. Ma se non sconfiggiamo il Covid non ce la faremo. Venendo qui mi sono fermato a visitare alcune imprese, dando atto dello straordinario sforzo che stanno compiendo. Un mese fa non sembrava possibile, ma oggi c’è un sistema di monitoraggio e di controllo della salute dei lavoratori che lo consente, condiviso dall’Inail, dalle parti sociali, e dai comitati scientifici. Deve esserci un analogo meccanismo anche per gli altri settori dell’economia. Grazie ai protocolli e alle certificazioni approntate presto anche nei negozi di commercio al dettaglio, dove il rischio di trasmissione del contagio è molto elevato, potrebbe essere ragionevole ripartire in sicurezza. Riguardo alla ripresa differenziata, quindi, stiamo monitorando la situazione, e tireremo le somme l’11 maggio. Vorremmo che ciò che vale oggi per l’industria valesse anche per il commercio, con protocolli Inail condivisi che mettano in sicurezza i lavoratori: barman, chef, camerieri, commesse, e così via, e naturalmente gli stessi proprietari degli esercizi. Non è detto che per aprire sia necessario attendere giugno. Detto questo, se si deciderà ad esempio di assegnare più spazio pubblico agli esercizi per svolgere attività all’esterno lo stabiliranno i governatori, come Fugatti.
Condivido infine l’apertura graduale a forme di debito pubblico per finanziare gli investimenti pubblici. Sul piano politico dobbiamo trovare un accordo per dare il via libera a questa sperimentazione”.