Domenica, 05 Ottobre 2025 - 17:45 Comunicato 2821

Woke, alt right e cancel culture: come cambia la società (e i suoi termini)

I cambiamenti della società odierna si riflettono in posizioni spesso polarizzate e agli antipodi, schieramenti che si basano su termini nuovi e, nella maggior parte dei casi, divisivi. Dal woke alla cancel culture, gli Stati Uniti in questo stanno giocando un ruolo da protagonisti. Anche con riferimento alla cronaca recente, come l’omicidio di Charlie Kirk. Ne hanno discusso a Palazzo del Bene, nel corso dell’ultimo pomeriggio del WIRED Next Fest, Raffaele Alberto Ventura (ricercatore al Laboratoire d’anthropologie politique dell’École des hautes études en sciences sociales di Parigi) ed il giornalista e scrittore Davide Piacenza.
WIRED NEXT FEST 2025 - Rovereto 05.10.25 - Woke, Alt Right, Cancel Culture E Altre Storie Meravigliose [ Monique Foto - Monica Condini Monique Foto - Monica Condini - Archivio ufficio stampa PAT]

La società sta cambiando e, con essa, anche le sue terminologie. Un passaggio che sta portando alla formazione di veri e propri schieramenti spesso in forte disaccordo e contrasto tra loro. Un caso emblematico sono i temi al centro del talk che ha coinvolto il ricercatore Ventura ed il giornalista Piacenza: woke, alt right e cancel culture.

“Il woke, per esempio, ora viene chiamato in causa soprattutto dalla destra ma in realtà deriva da un principio promosso dalla sinistra, quello dell’essere ‘svegli’ e consapevoli rispetto alle ingiustizie, alle minoranze e alle difficoltà nell’avere tutti le stesse opportunità – ha spiegato Piacenza. – Oggi invece ‘woke’ è un termine utilizzato soprattutto dai conservatori ed ha ottenuto il significato del volersi ergere a portavoce delle minoranze, ma con una buonafede tutta da verificare. Un approccio che non vuole ottenere progresso, ma correggere gli altri. E qui parliamo, appunto, di ‘politicamente corretto’. Anche la cancel culture oggi viene interpretata come la cancellazione di un personaggio pubblico perché non in linea con il pensiero progressista”.

Un tema questo al quale si è collegato anche Ventura, parlando dei grandi mutamenti avvenuti nella società in tempi recenti: “Ci sono una serie di principi che abbiamo costruito in passato e che ora stanno entrando in crisi. E in questo anche i social hanno avuto il loro ruolo, con contenuti e immagini che, diffondendosi online, sono arrivati a chi ha reagito in modo negativo. Oggi la società è cambiata radicalmente ed è multi-culturale: se per qualcuno un’affermazione è una battuta, altri possono interpretarla come un’offesa. Le condizioni sociali attuali inoltre portano a insoddisfazione e infelicità ed anche questo è un elemento da tenere in considerazione”.

Il dibattito si è spostato poi sul caso dell’assassinio di Charlie Kirk, un fatto che ha aperto nuovamente la discussione attorno alla presa di posizioni nette, anche nel mondo politico: “Pur consci che esistano limiti che non devono essere superati – ha aggiunto Piacenza, – abbiamo visto personalità come Trump o Musk, le quali avevano sempre dichiarato di avere a cuore il valore della libertà di espressione, invocare pene esemplari addirittura verso chi commentava quanto successo. E questo approccio ha ‘risvegliato’ molte persone”.

Attualmente quanto sta accadendo in America viene monitorato con attenzione anche dalla nostra società. In particolare, ha concluso Ventura, rispetto alla ‘importazione’ delle terminologie di cui si è discusso durante il talk: “Ritengo che ciò avvenga perché, negli Stati Uniti, le lotte per il riconoscimento delle minoranze o contro l’oppressione hanno funzionato proprio con strumenti simbolici di questo tipo. E quindi l’idea è che, se importati nella nostra realtà, possano funzionare allo stesso modo per smuovere le cose. Questo perché ci sono domande sociali che vanno ben oltre gli interrogativi economici: siamo nell’era della delusione in cui la classe media è passata da agiata a disagiata, consapevole che la propria ricchezza economica non può metterla al riparo dal disagio esistenziale. Si passa quindi ad una presa di posizioni forte, ma dobbiamo ricordarci che la polarizzazione può essere una risposta ma non la soluzione”.

Il WIRED Next Fest Trentino è organizzato da WIRED Italia in partnership con la Provincia autonoma di Trento – Assessorato allo sviluppo economico, lavoro, famiglia, università e ricerca - Trentino Marketing, Trentino Sviluppo, Azienda per il Turismo Rovereto, Vallagarina e Monte Baldo, Comune di Rovereto.
Lavora alla costruzione del palinsesto il Comitato scientifico presieduto dall'Head of Content di WIRED Italia, che vede la partecipazione dell’Università degli Studi di Trento, della Fondazione Bruno Kessler, della Fondazione Edmund Mach, della Fondazione Hub Innovazione Trentino, dell’Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa - IPRASE e del MUSE - Museo delle Scienze.

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(nm)


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