«Il senso dell’umorismo è controintuitivo» − esordisce Giardina. «Gli altri sensi sono istintivi, ma quello dell’umorismo deve essere interrogato per essere messo in funzione, perché è fortemente culturale». E come fare per allenarlo? Secondo il comico romano bisogna partire dall’autoironia, perché «il nemico è allo specchio». Per prima cosa, è necessario guardare la propria immagine riflessa e imparare a ridere dei nostri difetti fisici, per cominciare a diventare «terzi rispetto a sé stessi» e perdere un po’ di empatia nei propri confronti. Il secondo passo è sicuramente più difficile e consiste nel provare a ridere delle proprie storture caratteriali. Ma la vera sfida arriva dopo, quando tentiamo di scherzare sulle nostre convinzioni, perché è proprio l’ideologia «la vera nemica del senso dell’umorismo».
«Oggi è sempre tutto un attacco personale?» − interviene Ferrazza. Seconda Giardina fino a vent’anni fa la permalosità era considerata un difetto, oggi invece la si rivendica come un pregio. Ferrazza a questo punto ricorda una famosa battuta di Aldo, Giovanni e Giacomo, che definivano Totò Schillaci «il guru di tutti i terroni». È ancora possibile dire queste cose, oppure ora non si farebbe più? Secondo Giardina certi limiti sono nati con l’avvento dei social network, ovvero da quando «tutti vogliono stare dalla parte dei giusti».
D’altro canto, però, i social network hanno dato i natali a molti stand up comedian che lavorano proprio sul web, ma cosa ne pensa Giardina? A suo parere, la comicità nasce nel qui e ora, quindi i comici del web rischiano di avere difficoltà a esibirsi in pubblico, perché non fanno più quella gavetta che costringe a confrontarsi con la vita reale e far ridere il pubblico.
L’incontro si chiude con un accenno a “Strudel”, il film indipendente cui il comico sta lavorando e che uscirà nelle sale nei prossimi mesi. Ma Giardina è attivo anche a teatro, e il suo ultimo tour approderà a Roma (il 3 ottobre), a Torino (il 4 ottobre), a Bologna (il 10 ottobre) e a Milano (il 16 ottobre).
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