Spazio durante la serata anche per presentare l’iniziativa di sistema FAIR dedicata proprio al settore dell’intelligenza artificiale integrativa: “FBK quest’anno ha dato avvio – assieme al CNR che ne è capofila e a numerose università e altri partner pubblici e privati nazionali – a una nuova iniziativa di sistema che si inserisce nell’ambito del programma del PNRR–Next Generation EU: la Fondazione FAIR, acronimo sta per Future Artificial Intelligence Research. La Fondazione Bruno Kessler avrà una responsabilità importante, basata sulle ricerche condotte negli ultimi 35 anni in vari ambiti verticali dell’IA: coordinare e guidare lo Spoke dedicato proprio all’intelligenza artificiale integrativa. Il nostro faro sarà, come sempre, costruire prima di tutto un’IA che soddisfi regole e bisogni sociali e sia rivolta in primis al bene delle persone”.
Non sono mancate anche le domande su etica e ChatGPT. Paolo Benanti ha sottolineato che per parlare di etica serve che ci sia un mezzo adeguato per un fine adeguato ma nel caso di ChatGPT manca la conoscenza del fine: ChatGPT non sa dove va a parare. Non serve a dare risposte ma a intrattenere l’utente in un dialogo, battuta dopo battuta. Nei confronti dell’intelligenza artificiale si dovrebbe avere la prudenza del farmacista perché un farmaco nelle quantità sbagliate può essere un veleno.
“Le risposte di ChatGPT”, ha detto Traverso, “sono sempre molto accattivanti però hanno anche dei limiti. Io direi che per l’etica non serve solo imparzialità ma anche affidabilità. Poi ci sono altri problemi come l’inclusività: andando per statistica è come se le minoranze non esistessero. E si aggiungono i problemi dei bias sociali, culturali e di genere. Il sistema rappresenta i pregiudizi di tutto il materiale con cui è stato addestrato. Infine si deve pensare anche alla sostenibilità perché per farlo funzionare serve un potere computazionale enorme”.
Paolo Traverso
Direttore Strategia e Sviluppo presso FBK, autore e co-autore di numerosi articoli scientifici e due libri su AI e Pianificazione Automatica. Ha diretto il Centro di ricerca FBK ICT, è Fellow EurAi, membro dello Scientific Advisory Board del DFKI, Spoke Leader del progetto nazionale “FAIR - Future Artificial Intelligence Research” (PNRR), coordinatore del progetto EU “ICT-49 AIPlan4EU” e leader per FBK delle reti di eccellenza VISION, TAILOR e HumanE AI. E’ stato Chair del Comitato Strategico del Nodo Italiano di EIT Digital.
Paolo Benanti, Professore di Etica delle tecnologie alla Pontificia Università Gregoriana.
Romano, classe 1973, Paolo Benanti è un francescano del Terzo Ordine Regolare - TOR - e si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie. In particolare i suoi studi si focalizzano sulla gestione dell'innovazione: internet e l'impatto del Digital Age, le biotecnologie per il miglioramento umano e la biosicurezza, le neuroscienze e le neurotecnologie. Come scrive egli stesso, "cerco di mettere a fuoco il significato etico e antropologico della tecnologia per l'Homo sapiens: siamo una specie che da 70.000 anni abita il mondo trasformandolo, la condizione umana è una condizione tecno-umana...". Presso la Pontificia Università Gregoriana ha conseguito nel 2008 la licenza e nel 2012 il dottorato in teologia morale. La dissertazione di dottorato dal titolo "The Cyborg. Corpo e corporeità nell'epoca del postumano" ha vinto il Premio Belarmino - Vedovato. Dal 2008 è docente presso la Pontificia Università Gregoriana, l’Istituto Teologico di Assisi e il Pontificio Collegio Leoniano ad Anagni. Oltre ai corsi istituzionali di morale sessuale e bioetica si occupa di neuroetica, etica delle tecnologie, intelligenza artificiale e postumano. Ha fatto parte della Task Force Intelligenza Artificiale per coadiuvare l'Agenzia per l'Italia digitale. È membro corrispondente della Pontificia accademia per la vita con particolare mandato per il mondo delle intelligenze artificiali. A fine 2018 è stato selezionato dal Ministero dello sviluppo economico come membro del gruppo di trenta esperti che a livello nazionale hanno il compito di elaborare la strategia nazionale sull'intelligenza artificiale e la strategia nazionale in materia di tecnologie basate su registri condivisi e blockchain.
Il Wired Next Fest Trentino è organizzato da Wired Italia in partnership con la Provincia autonoma di Trento – Assessorato Sviluppo Economico, Ricerca, Lavoro, Trentino Marketing e Trentino Sviluppo ed in collaborazione con il Comune di Rovereto e l’Università di Trento. Insieme alla redazione di Wired Italia, hanno contribuito alla costruzione del palinsesto la Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione Edmund Mach, l’Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa - IPRASE, il MUSE - Museo delle Scienze e la Fondazione Hub Innovazione Trentino.