Sabato, 06 Maggio 2023 - 16:45 Comunicato 1268

Al Palazzo del Bene si è svolto oggi il talk con i ricercatori della Fondazione Mach sugli effetti del cambiamento climatico su foreste e fauna
Wired Next Fest Trentino, il climate change "dal punto di vista della natura"

Studiare gli ecosistemi è fondamentale per la comprensione delle dinamiche del cambiamento climatico. Ne hanno parlato oggi, al Wired Next Fest, i ricercatori della Fondazione Mach Francesca Cagnacci e Luca Belelli Marchesini nel talk "Il climate change dal punto di vista della natura".
Le criticità principali del territorio trentino per la conservazione forestale si possono identificare nella gestione della fase post-Vaia con il restauro delle aree colpite dalla tempesta ed interessate da ampie aree di schianti e l’azione di contrasto all’infestazione da bostrico dell’abete rosso che ha cominciato a proliferare sui tronchi a terra per poi estendersi progressivamente anche alle piante verdi in piedi.
Adamà Faye, Francesca Cagnacci, Luca Belelli Marchesini [ Nicola Eccher Archivio Ufficio Stampa PAT]

Parlando di ambienti naturali del Trentino, il ruolo delle foreste nel contrasto alla crisi del clima è fondamentale perché gli ecosistemi terrestri, e tra questi principalmente le foreste, assorbono circa il 30% delle emissioni di anidride carbonica prodotte annualmente dalle attività umane. Su scala locale poi, come nella regione alpina, esse svolgono una funzione di protezione idrogeologica importantissima senza la quale gli effetti di eventi di precipitazione estrema avrebbero conseguenze ben più gravi.
“L’Unità di Ecologia Forestale del Centro Ricerca ed Innovazione della FEM – ha spiegato Luca Belelli Marchesini - svolge ricerche sulle interazioni tra vegetazione e clima, per valutare la resilienza delle foreste e stimare la variazione spaziale e temporale della biodiversità in relazione ai cambiamenti climatici. La ricerca è indirizzata allo sviluppo di sensori IoT (“Internet of Things” o “Internet delle cose”) per il monitoraggio di ecosistemi naturali, alla misura degli scambi di energia e materia tra atmosfera e biosfera, integrando dati terrestri e telerilevati. Il miglioramento della risoluzione dei dati telerilevati estende di molto la capacità di indagine sulle foreste permettendo di rilevare, ad esempio, stress della vegetazione, biodiversità, caratteristiche della struttura dei boschi e loro variazione con sempre maggiore accuratezza e su grandi aree geografiche.”
Durante il talk, moderato da Adamà Faye della redazione di Wired, si è parlato anche dell’altra componente biologica degli ecosistemi, la fauna. Che la presenza dell’uomo abbia un impatto sulla fauna locale è assodato, anche indirettamente, attraverso le modifiche indotte dal cambiamento climatico. “Tanto per citare un esempio - ha spiegato Francesca Cagnacci, responsabile dell’Unità ecologia animale del Centro Ricerca e Innovazione - gli stambecchi, particolarmente sensibili al caldo (già al di sopra dei 14°C), sono forzati ad abitare zone più elevate, trovandosi però in ambienti non ideali dal punto di vista del loro ambiente di vita.”
Quali sono i sistemi di monitoraggio oggi in uso per il controllo ecologico delle specie animali? “Oggi si fa un uso sempre più diffuso di biologger” - ha continuato la relatrice - “sensori che danno informazioni più complete sugli animali monitorati rispetto alla sola posizione. In più, si può parlare di un vero e proprio telerilevamento degli animali (con fototrappole, droni, in qualche caso particolare anche satelliti, per esempio in ambienti aperti come la savana africana). Un’occasione particolare di studiare gli effetti di una simulata assenza umana lo ha fornito la pandemia, che ha determinato un periodo relativamente lungo in cui gli animali selvatici si sono abituati all’assenza umana nei loro ambienti. In questo periodo, la situazione ha consentito di studiare gli effetti di altre variabili “al netto” della presenza umana.

Domenica 7 maggio, alle ore 12, in Piazza Malfatti, è in programma “Una spinta all'evoluzione” con Mario Pezzotti, Dirigente del Centro Ricerca e Innovazione della FEM, Luigi Cattivelli, Direttore del Centro di ricerca Genomica e Bioinformatica del CREA, Deborah Piovan, Presidente della Federazione Nazionale di prodotto proteoleaginose di Confagricoltura. Si parlerà di tecnologie di evoluzione assistita.

Il Wired Next Fest Trentino è organizzato da Wired Italia in partnership con la Provincia autonoma di Trento – Assessorato Sviluppo Economico, Ricerca, Lavoro, Trentino Marketing e Trentino Sviluppo ed in collaborazione con il Comune di Rovereto e l’Università di Trento. Insieme alla redazione di Wired Italia, hanno contribuito alla costruzione del palinsesto la Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione Edmund Mach, l’Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa - IPRASE, il MUSE - Museo delle Scienze e la Fondazione Hub Innovazione Trentino.

Il programma completo degli eventi è disponibile sul sito: https://eventi.wired.it/wnf23-rovereto/home 

Immagini a cura dell'Ufficio Stampa

(sc)


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