Venerdì, 23 Maggio 2025 - 19:37 Comunicato 1334

Venti favorevoli e tempeste globali: l’industria alla prova del futuro

Nel cuore di un mondo in continua mutazione, il Festival dell’Economia di Trento ha ospitato il panel “Incertezze della geopolitica e strategie industriali”, offrendo un’occasione di riflessione ad alta voce su come l’industria europea possa muoversi tra crisi globali, rivoluzioni tecnologiche e ridefinizione degli equilibri commerciali. A dare ritmo e profondità al confronto, la voce esperta di Giulia Crivelli (Il Sole 24 Ore), che ha intrecciato riflessioni personali e domande mirate a quattro voci autorevoli del mondo imprenditoriale e accademico: Donato Iacovone (Executive Chairman di BIP), Sergio Marullo di Condojanni (CEO di Angelini Industries), Giovanni Tamburi (Presidente e CEO di TIP - Tamburi Investment Partners) e Giuliano Noci (Prorettore del Politecnico di Milano).
Incertezze della geopolitica e strategie industriali Nella foto: Donato Iacovone, Giovanni Tamburi, Sergio Marullo di Condojanni, Giuliano Noci, Giulia Crivelli e pubblico di spalle [ Martina Massetti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Donato Iacovone, Executive Chairman di BIP, ha aperto i lavori con una metafora marina: “una volta tracciata la rotta, oggi le imprese devono continuamente correggerla”. Secondo Iacovone, l’epoca in cui si pianificava con orizzonti stabili è finita. Le imprese, oggi, devono imparare a navigare in acque incerte con strumenti che si aggiornano ogni tre o sei mesi. La resilienza – ha sottolineato – è la vera bussola strategica. BIP, ha raccontato, è nata nel settore energia e telecomunicazioni; poi ha saputo anticipare alcune di queste trasformazioni puntando già dieci anni fa con lungimiranza sull’intelligenza artificiale e la cybersicurezza, e oggi investe nella creazione di data center, veri pilastri per l’autonomia tecnologica e il controllo del dato, fondamentali per uno sviluppo dell’Artificial Intelligence, partendo dalla raccolta del dato aderente alla cultura europea.

Sul fronte della farmaceutica è intervenuto Sergio Marullo di Condojanni, CEO di Angelini Industries, che ha invitato a leggere le recenti tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa nel settore dei farmaci dentro una cornice più ampia. Ha ricordato che per anni l’alto costo dei farmaci negli USA ha finanziato l’innovazione mondiale, mentre l’Europa ha approfittato di prezzi contenuti, rischiando però di indebolire la propria capacità di attrarre nuove scoperte. Se da un lato, ha detto, è giusto chiedere maggiore equilibrio nei prezzi, dall’altro le politiche annunciate da Donald Trump – come l’applicazione del principio della "nazione più favorita" – appaiono erratiche e poco strutturate. Ha poi evidenziato come l’Europa non sia affatto in ritardo dal punto di vista della qualità della ricerca, ma soffra semmai di un’incapacità che si trascina nel tempo di trasformare l’innovazione in impresa, a causa di una cultura accademica poco incline al mercato.

Giovanni Tamburi ha espresso un punto di vista improntato al realismo operativo. Ha invitato a non lasciarsi travolgere dal panico geopolitico, ricordando che nonostante le guerre, i dazi e le tensioni, l’economia mondiale continua a crescere – anche nel 2025 – e le buone imprese continuano a produrre valore. Per Tamburi, ciò che serve non è il timore delle grandi trasformazioni, ma la capacità di ascoltare i cambiamenti nei consumi, nei desideri delle persone, come dimostra il caso di OVS: un’azienda che ha saputo rinnovarsi intercettando i gusti delle nuove generazioni. Non è vero che tutto cambia all’improvviso e, accanto ad un invito finale alla razionalità, Tamburi ha ribadito che ciò che davvero premia è l’intelligenza con cui si presidia il mercato, più che l’ansia da futuro.

Giuliano Noci ha risposto con scetticismo sulle previsioni ottimistiche di crescita, ricordando che scenari come il +3% del PIL globale vanno letti con cautela, soprattutto alla luce delle possibili misure americane. A suo avviso, dazi anche solo bassi sulle esportazioni europee sarebbero già sufficienti a creare tensioni economiche rilevanti. Noci ha poi accusato come l’attuale governo stia causando  un danno strutturale all’economia americana, indebolendo il sistema dell’innovazione che per anni ha rappresentato la vera forza competitiva degli Stati Uniti. Nel suo intervento ha toccato anche il tema dell’intelligenza artificiale, definita come la trasformazione più profonda dell’industria moderna. Se ne parla da tempo, ha osservato, ma solo negli ultimi anni, grazie all’esplosione dei dati e alla potenza di calcolo, ha acquisito una portata realmente dirompente. Infine, ha messo in guardia sull’Europa che deve essere capace di diventare soggetto unitario: così sarà possibile affrontare il nuovo ciclo trasformativo introdotto dall’intelligenza artificiale, che lavora sulla catena di valore del dato, cambiando modelli di business e processi industriali.

(vb)


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